Negozio chiuso per lockdown non paga l'affitto. Arriva lo sfratto in tempi record

Negozio chiuso per lockdown non paga l'affitto. Arriva lo sfratto in tempi record
di Luca Telli
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Mercoledì 27 Maggio 2020, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 20:14

«Chiuso per due mesi non ho chiesto sconti, solo la possibilità di dilazionare il pagamento dell'affitto arretrato di aprile e maggio dalla riapertura a fine 2020, termine naturale del contratto». La risposta è arrivata battuta al computer, spedita per posta e con la data del 13 maggio (una settimana dopo la fine del lockdown) in calce: una citazione in tribunale per i primi di luglio. Sfratto per morosità. Ci penserà un giudice a decidere se la richiesta dovrà diventare esecutiva o meno, con tutto quello che ne consegue per il futuro di un'impresa. Per Daniele C. titolare di un negozio fuori le mura in zona San Pietro, un colpo basso nel momento peggiore. Parla con frustrazione e rabbia: «Perché da 7 anni a questa parte non sono mai venuto meno a un pagamento e anche stavolta ce l'ho messa tutta».

Quando è arrivata la stretta con il decreto di marzo, la prima chiamata è stata per il proprietario: «Ho fatto presente che ci sarebbero stati dei problemi, senza incassi e senza una previsione sulla riapertura, la puntualità poteva non essere rispettata». Le proposte messe sul tavolo, diverse. «Una rinegoziazione temporanea: una diminuzione provvisoria del canone la cui parte mancante sarebbe stata corrisposta a emergenza finita o compensata con la cessione del credito di imposta. Ma la risposta è stata: No grazie». In un quadro di sfiducia progressiva, condiviso con migliaia di aziende per le quali il fronte affitto rappresenta uno scoglio.

I provvedimenti messi in campo dal decreto Cura Italia da più parti sono stati giudicati morbidi: limitati alle procedure di sfratto per morosità già pendenti, con gli effetti posticipati a dopo il 30 giugno. Per il resto, la legge blinda il diritto del proprietario di ricorrere alla procedura per morosità. Unico metro reale: il buonsenso al quale si appella Daniele. «Le ragioni del locatore sono comprensibili, ma anche le necessità di chi sta dall'altra parte spiega : servirebbe uno sforzo da parte di tutti per uscire da una situazione stagnante che, spinta a un punto di rottura, non è conveniente per nessuna parte in causa».
 

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