Movida, la mossa dei locali di San Pellegrino per la sicurezza: «I controlli pagati da noi»

Movida, la mossa dei locali di San Pellegrino per la sicurezza: «I controlli pagati da noi»
di Luca Telli
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Venerdì 22 Maggio 2020, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 18:27
San Pellegrino riaccende le luci. Il quartiere simbolo della movida stasera riparte. Una settimana in più rispetto alla tabella di marcia della Regione «necessaria per essere in regola con tutte le norme anti contagio - spiegano i baristi – ma finalmente siamo pronti». Non un vero e proprio battesimo, qualcuno già da mercoledì aveva iniziato un lento rodaggio. Ancora poche facce in giro ma tanta voglia di ricominciare. In sicurezza. Da qui la scelta di unirsi in un comitato per garantire il rispetto delle distanze di sicurezza all’esterno.

 Un servizio di security autofinanziato, attivo nel fine settimana, controllerà la zona per tutta la durata di apertura al pubblico. Così, per evitare le scene viste in altre zone d’Italia e pure le polemiche. Per i gestori (Lucio, Al 77, Due righe, Green Corner, Alambicco e Tavernacolo) una decisione di buonsenso: «Teniamo alla sicurezza dei clienti e alla nostra – spiegano – due mesi di inattività si fanno sentire nella testa e non solo. Ci mettiamo in gioco con tutte le nostre forze». 

Un servizio per tutta la città, alla disperata ricerca di ritrovare spazi, risate e sorrisi in attesa che tornino anche le strette di mano. La ripartenza, come per tutto il comparto dell’intrattenimento e della ristorazione (molti quelli che oggi torneranno al lavoro) non sarà facile. L’assenza della componente universitaria avrà un peso significativo sugli incassi dei prossimi mesi.  Il ritorno alla normalità poi, quella prima del Covid 19, non sembra proprio dietro l’angolo.

Molte, per ora, le regole e i limiti. Dagli ingressi scaglionati, alle mascherine per baristi e clienti (da tenere ogni volta ci si muove all'interno del locale) allo stop ai buffet che accompagnano l’aperitivo: niente cibi condivisi né contenitori fruibili da avventori diversi.  Un ulteriore, potenziale, colpo alle casse delle attività che fa tornare d’attualità la necessità, sottolineata da esercenti e associazioni di categoria, di mettere mano al piano commercio. Mal di digerito, al centro di giravolte e ripensamenti, e ancora più indigesto ora con le aziende in crescente difficoltà nel far quadrare i conti.

Dal 1° giugno, per la movida, le lancette dell’orologio si sposteranno avanti di un’ora (le una anziché mezzanotte nell’infrasettimanale), ma potrebbe non bastare per uscire dalla melma senza lasciare nessuno indietro.
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