Morta dopo caduta per le scale, la difesa chiede super perizia dell'autopsia

Andrea Landolfi e Maria Sestina, morta a febbraio scorso
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Venerdì 6 Marzo 2020, 08:25
La nonna di Andrea Landolfi si costituisce parte civile. L’udienza in Corte d’assise per la morte di Maria Sestina Arcuri, 25enne calabrese morta dopo essere finita giù da una rampa di scale a Ronciglione, si apre con un colpo di scena. La nonna dell’imputato, presente la sera del presunto omicidio, ha formalizzato la sua costituzione di parte civile ed entra nel processo come parte attiva.

Una scelta che poco ha a che fare con un’eventuale riparazione pecuniaria del danno. Tutto sembrerebbe far pensare che i legali di Landolfi, avvocato Giacomo Marini, e della nonna, Fontana, hanno deciso di farla costituire per avere altri testimoni sul banco e rafforzare la linea difensiva.

Ieri mattina però è stato anche il giorno dell’ammissione prove e delle eccezioni preliminari. Andrea Landolfi è imputato per omicidio volontario. Secondo l’accusa la notte tra il 3 e 4 febbraio dello scorso anno dopo una lite con la fidanzata avrebbe perso le staffe e avrebbe lanciato la ragazza giù per le scale della casa della nonna. Maria Sestina morì poco ore dopo all’ospedale di Belcolle.

La difesa ha presentato una lunga lista di eccezioni che sono state respinte in blocco dalla Corte. Dubbi, da parte dell’avvocato Marini, sono stati espressi anche sull’autopsia. «L’esame post mortem è stato eseguito dopo l’espianto degli organi, questo potrebbe aver inficiato il risultato. E il processo nascerebbe con un peccato originale».

Un dubbio che però non ha minimamente sfiorato i giudici. «L’espianto - ha spiegato il pm Pacifici - è stato fatto ovviamente solo su organi sani e che non sono stati interessati dalla caduta. La causa della morte ha riguardato il cranio che non è stato intaccato, così come i polmoni visto che la ragazza aveva una lesione anche nella parte posteriore del corpo».

Dalla prossima udienza inizieranno a sfilare i primi testimoni. L’accusa ha chiesto di ascoltare 75 persone, ridotte a 50 dalla Corte. Folta anche la lista della difesa. Non solo entreranno nel processo anche le intercettazioni ambientali e telefoniche, le telefonate al 118, quella tra Andrea e la nonna, l’ambientale dell’8 marzo tra una onlus e la zia di Andrea).  La difesa ha chiesto anche una perizia super partes sull’autopsia e sulla dinamica della caduta. E ovviamente la libertà per Andrea Landolfi rinchiuso in carcere da 6 mesi. La Corte si è riservata.

Si torna in aula il 30 marzo. 
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