Montefiascone, alla Commenda la rivolta di Viterbo contro l'imperatore

Montefiascone, alla Commenda la rivolta di Viterbo contro l'imperatore
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Giovedì 17 Luglio 2014, 17:23 - Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 14:40
​L’assedio di Viterbo del 1243 un evento poco conosciuto anche se ha avuto come protagonisti due grandi personaggi: l’ Imperatore Federico II e Papa Innocenzo IV.



Ciò che questo episodio ha significato per il futuro di Viterbo lo racconterà Paolo Giannini venerdì durante il consueto incontro culturale - gastronomico all’antico borgo “ la Commenda” di Montefiascone.



Siamo nel XIII secolo, periodo di feroci lotte intestine, scomuniche e intrighi, durante il quale Guelfi e Ghibellini si contendono il governo delle città.



Viterbo è la più importante sede del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia e la sua posizione geografica è considerata d’importanza strategica, poiché permette il controllo del tratto della via Cassia che collega l’Italia centrale al Nord.



La città che per anni si è abilmente destreggiata tra papato e impero, alle soglie del 1240 si schiera più apertamente dalla parte di Federico II il quale, per mantenere la fedeltà dei viterbesi, s’impegna a concedere loro il diritto di battere moneta e a costruire un palazzo imperiale nella zona ovest della città.



Dopo la morte di Gregorio IX, l’avvento al soglio pontificio di Innocenzo IV, nel giugno del 1243, sembra favorire un’ipotesi di accordo tra il potere spirituale e quello temporale ma a turbare le trattative si inserisce un altro personaggio: Ranieri Capocci.



Nato da una famiglia di vasti possedimenti, questo monaco cistercense studiò ars dictandi divenendo un abile scrittore e maestro, entrò nella cancelleria pontificia come notaio e, nel 1216, fu creato cardinale da Innocenzo III.



Dopo un primo periodo durante il quale il cardinale Capocci assunse una posizione a favore di Federico II di Svevia , definendo angelico il suo carattere, con il passare degli anni il cardinale cambiò totalmente il suo giudizio schierandosi apertamente contro l’Imperatore.



Sembra che la frase che fa riferimento allo Svevo, contenuta nella circolare di Gregorio IX del 1° settembre 1239: "Una bestia furiosa è uscita dal mare, piena di parole bestemmiatrici; i piedi sono quelli di un orso, i denti quelli di un leone; assomiglia ad un leopardo ed apre le fauci solo per oltraggiare il nome di Dio…” sia stata suggerita proprio dal cardinale Capocci.



E’ ancora lui che, per evitare un patto tra Innocenzo IV e Federico II, organizza la rivolta di Viterbo. I combattimenti durarono un mese e i primi di novembre le truppe imperiali furono sconfitte.



Il successo dei Guelfi sancì definitivamente la politica filo-papale, una realtà che durerà molti secoli e, per chi non lo sa, il cardinale Raniero Capocci è effigiato nella sala regia del Palazzo dei Priori, a destra sopra l'architrave della porta.









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