Si dice che l’unione faccia la forza. E così a Montalto di Castro il no è suonato doppio: uno contro il deposito di scorie nucleari, l’altro per evitare la cementificazione del fiume Fiora. Nei giorni scorsi hanno manifestato insieme e questo, assicurano, è solo «il preludio di una più intensa collaborazione fra tutti i vari comitati e associazioni del paese».
Mentre era in corso l’incontro tra la Sogin e i portavoce del no alla realizzazione del sito – tra cui Provincia e Comuni - a Montalto di Castro andava in scena la protesta. «Nell’ambito di tale evento è stato deciso di unire il Comitato Montalto Futura con il Comitato No muro sul fiume Fiora. La lotta in comune fra gli attori del settore civico, ove si realizzasse con efficacia - dicono - significherebbe un passo avanti verso una presa di coscienza cittadina valida a fronteggiare i vari problemi che affliggono la popolazione».
Non solo nucleare dunque. «La lotta contro il progetto di cementificare la foce del fiume Fiora, che cancellerebbe la nautica e la pesca da Montalto – continuano - ha le stesse fondamenta della lotta contro la realizzazione del deposito scorie radioattive.
Montalto di Castro è l’epicentro del no perché, come ricorda Marzia Marzoli di Italia Nostra, sezione Etruria, «dei 22 siti nella provincia di Viterbo, quelli che destano più preoccupazione sono quelli classificati “molto buoni”, cioè VT27 a Montalto di Castro e Canino, VT8 a Montalto di Castro, VT36 nel comune di Montalto di Castro, VT12 nei comuni di Corchiano e Vignanello, VT16 nel comune di Corchiano e 2 classificati “buoni”, VT24 nel comune di Canino e Montalto di Castro, infine VT25 nel Comune di Tarquinia e Tuscania».
E sull’iniziativa della Sogin non è mancata la polemica: «hanno continuato a confondere la pubblicità dell’iter autorizzativo con la vera e propria partecipazione. Le osservazioni sono state pubblicate sul sito – conclude Marzoli - ma non vi è stato di certo il tanto declamato dibattito pubblico: in questo percorso il cittadino è stato escluso. La scelta la faranno soltanto i sindaci anche senza la dovuta partecipazione dei cittadini».