Moneti, addio alla Macchina di Santa Rosa dopo 35 anni: «Lascio senza rancori»

Moneti, addio alla Macchina di Santa Rosa dopo 35 anni: «Lascio senza rancori»
di Massimo Chiaravalli
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Mercoledì 3 Luglio 2019, 10:22 - Ultimo aggiornamento: 17:24
«La Macchina? Non la porto. Per me finisce qua». Paolo Moneti esce di scena. Aveva provato a diventare presidente del Sodalizio candidandosi alle elezioni lo scorso 26 gennaio contro Massimo Mecarini. Lascia però «senza rancore», nonostante ormai da un po’ non corresse più buon sangue con quello che una volta era il suo gruppo.

Nella squadra dei Facchini di Santa Rosa, Moneti ha collezionato una serie di numeri invidiabile. «Sono 35 anni che sto sotto la Macchina – dice – quindi basta. Al di là delle elezioni, che ho perso». Sette lustri, ma anche molto altro nel suo curriculum: «Ho 55 anni, sono a 36 Trasporti, ho portato sette Macchine e cambiato sei persone alla guida, perché prima del capofacchino la guidavano i costruttori. Sono stato per 20 anni nel consiglio direttivo del Sodalizio: me la sono goduta veramente. Non è finita come volevo, però pazienza, la vita è anche fuori».

Traspare un po’ di amarezza per quella carica che qualche mese fa non è arrivata, restano comunque tanti ricordi. «Ci ho messo la faccia – continua Moneti – e quando uno perde dà le dimissioni. Ma ho concorso a testa alta e non è per questo che lascio. Ho pure partecipato al bando per l’ideazione della Macchina nel 2003, quando vinse Raffaele Ascenzi con Ali di luce». E’ arrivato terzo, peraltro insieme a Rossi, con cui i rapporti non sono più quelli di allora. Un addio che in ogni caso arriva «senza rancori, perché li hanno votati e la maggioranza va rispettata. E poi è stata una gran bella parentesi».

Tecnicamente «ho preso un anno sabbatico, che ti consente di lasciare e poi riprendere il tuo posto. Questo però solo perché lo avevo promesso ad alcuni amici e voglio mantenere la promessa. Ma lascio definitivamente: smetto, per me la storia finisce qui. E il fatto che sia capitato dopo 35 anni di Trasporti è casuale». In tanto tempo torna alla mente anche qualche aneddoto. «I mobili che sono nella sede del Sodalizio li sono andati a caricare io insieme a Nello Celestini (il fondatore, ndc) a Città di Castello con il mio camion. Sono ricordi bellissimi. Una storia che auguro a tutti. Ciò che non auguro – conclude - è di finirla come l’ho finita io, con un po’ di dissapori».

Oltre a Moneti dovrebbero essere un’altra decina quelli che hanno intenzione di non presentarsi alle prove di recupero, in calendario entro luglio.
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