Migranti, la svolta: nel Viterbese solo dopo aver effettuato altrove la quarantena

Il Cas all'Airone di Proceno
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Giovedì 6 Agosto 2020, 06:34 - Ultimo aggiornamento: 23:28
Nel Viterbese non arriveranno più migranti che non siano già stati sottoposti al tampone e abbiano effettuato la quarantena. Sarebbe questa la strada che la Prefettura di Viterbo ha individuato per superare i nodi dell’accoglienza in un territorio dove non esistono strutture dedicate all'isolamento. Una exit strategy per superare le polemiche piovute da più parti negli ultimi giorni, dopo l’arrivo di migranti che ancora non erano stati testati per la positività al Covid-19.

L’attuale sistema della prima accoglienza è organizzato in base al bando del 2018 e prevede Cas autorizzati per una gestione ordinaria degli arrivi. L’emergenza sanitaria ha sconvolto il sistema, richiedendo misure straordinarie che cozzano però con le strette maglie della convenzione con i centri. Questi ultimi ammortizzano i costi in base al numero dei posti che, in caso di quarantena,si riducono. Inotre, ogni spesa non prevista nel bando va prima autorizzata, altrimenti non viene rimborsata. Queste problematiche pratiche, unite alle critiche arrivate da sindaci e parlamentari che hanno raccolto le preoccupazioni – e, in alcuni casi, la rabbia – dei cittadini dopo le fughe dalla quarantena, hanno spinto a rivedere le procedure.

Questo non significa che non ci saranno più trasferimenti nei Cas viterbesi. Vuol dire però che arriveranno solo migranti che hanno già effettuato il test e superato i 14 giorni di quarantena. Potrebbero, certo, sviluppare la malattia in un secondo momento ma si tratterebbe di casi isolati.

Ieri mattina, durante la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza convocato dal prefetto Giovanni Bruno, si è parlato anche di questo. Il rappresentante locale del Governo, insieme a carabinieri, Guardia di Finanza, Questura, Asl e Procura, hanno ascoltato i sindaci di Proceno e Orte, rispettivamente Cinzia Pellegrini e Angelo Giuliani, insieme ai gestori dei centri di Orte (Di Mari Group srl) e di Proceno (Ospita srl).

Un confronto molto positivo per il primo cittadino di Proceno. “Tutti abbiamo concordato su due questioni: innanzitutto, la necessità di informazioni più immediate. È stata riconosciuta – racconta Pellegrini – una posizione di debolezza degli enti locali in tema di accoglienza e ribadita la richiesta di comunicazioni preventive e continue. Inoltre, è stato ammesso che la struttura Airone ha tutte le caratteristiche sanitarie e gestionali per un’accoglienza in periodo normale, ma non durante un’emergenza sanitaria”. I 23 ragazzi sui quali ieri è stato ripetuto il tampone, resteranno in quarantena fino al 12 agosto. “Dopodiché – conclude il sindaco – si riprenderà con un’accoglienza improntata all’integrazione, come avvenuto in passato”.
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