Compiti che prima erano dell'autorità giudiziaria ora sono del personale dei due uffici, come le unioni civili, l'attribuzione del cognome materno al figlio, i divorzi. la gestione degli immigrati comunitari, la carta d'identità elettronica. «È finito il tempo di considerare queste lavoratrici e lavoratori alla stregua di “macchine certificatrici”. Per questo - dichiara Vincenti - temo che la proposta, soprattutto in vista delle imminenti elezioni, sia stata approvata in maniera superficiale e non ponderata, non tenendo conto dei mezzi inadeguati e insufficienti per metterla in pratica. Come Cgil monitoreremo attentamente la situazione e pretenderemo un accordo per tutelare il personale che si renderà disponibile a celebrare i matrimoni civili fuori dalla sede comunale e probabilmente oltre il normale orario di lavoro, con ulteriori disagi e aggravio di responsabilità. A meno che siano il sindaco, gli assessori o i consiglieri a farsene carico senza supporto di personale, come già avviene in alcuni comuni della Tuscia. Non permetteremo che il prezzo dell'approssimazione ricada sulle spalle dei lavoratori».
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