Massimo Panetti, l'artigiano di Canino: dopo l'ulivo e i fondi del caffè, arrivano gli occhiali di corno

Massimo Panetti, l'artigiano di Canino: dopo l'ulivo e i fondi del caffè, arrivano gli occhiali di corno
2 Minuti di Lettura
Giovedì 30 Aprile 2020, 17:39 - Ultimo aggiornamento: 17:44
Fermi ma pronti a ripartire con nuovi progetti. In principio furono gli occhiali in legno d’olivo. Poi, si sono aggiunti quelli realizzati con i fondi del caffè. E ora la new entry che verrà lanciata sul mercato non appena la produzione potrà ripartire: gli occhiali in corno. “Ma non quello d’avorio”, specifica subito a scanso di equivoci Massimo Panetti, fondatore, mente e braccio operativo della Panetti Eyewear.

Partiamo dall’inizio: ci racconti la nascita degli occhiali in legno di olivo che, da Canino, hanno conquistato gli States e un colosso del settore Tommy Bahama, con 18mila punti vendita nel mondo.
“Negli anni ’60 nella falegnameria di famiglia i miei genitori hanno iniziato a selezionare pregiati ulivi centenari, per poi tagliarli in assi e stoccarli per oltre 40 anni. E da questa materia prima ora produciamo occhiali da sole e da vista con la montatura completamente in legno”.

E i fondi del caffè?
“Parlando con un mio amico che ha un bar, è uscita fuori questa questione degli scarti. E mi si è venuta l’idea. Ho iniziato a sperimentare. Ai fondi va aggiunto un polimero, una resina sintetica semplice che fa da collante. Il risultato finale è una montatura con il colore e l’odore del caffè”.

È vero che una grande multinazionale del settore vi ha contattati?
“Sì, produrremo per loro occhiali coni fondi del caffè, che andranno nei punti vendita di tutto il mondo. Ma il coronavirus ha bloccato l’ordine”.

Con i corni come è nato il progetto?
“Siamo stati chiamati da un’azienda del nord che voleva avviare questa produzione ma sinora con scarsi risultati dal punto di vista estetico. Si tratta di un materiale difficile da lavorare ma i nostri macchinari e le nostre conoscenze sviluppate intorno alla lavorazione del legno ci hanno consentito di realizzare prototipi tecnicamente all’avanguardia e che sono piaciuti molto. Anche qui però il Covid-19 ha bloccato tutto”.

Ma dove prendete i corni?
“Sono materiale green e di recupero. Appartengono a ovini e bovini morti naturalmente. Siamo sempre rispettosi di animali e dell’ambiente, è nel nostro dna”.

Altri progetti in cantiere?
“Gli occhiali in barrique. Un’azienda vinicola francese ce li ha ordinati 10mila, li realizzeremo dalle botti in quercia”.

Quanti danni vi ha provocato il coronavirus?
“Siamo fermi dall’inizio dell’emergenza. I clienti ci hanno chiamato sospendendo gli ordini, che fosse a livello di prototipo o prodotti finiti. Ora mi chiedo: anche quando si potrà riaprire, le commesse partiranno subito? O dovremo aspettare che il mercato torni a girare? Noi siamo pronti per tornare a produrre ma devo dire che questo è un momento davvero difficile”.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA