Infiltrazioni mafiose a Viterbo, la fiaccolata divide la città

Infiltrazioni mafiose a Viterbo, la fiaccolata divide la città
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Domenica 3 Febbraio 2019, 21:41
Piovono adesioni alla fiaccolata indetta da Cgil, Cisl e Uil contro la mafia. L'iniziativa è nata «in attesa che la politica esca dal silenzio imbarazzante in cui si è confinata, per schierarsi a tutela della legalità», come sottolineano i segretari Stefani Pomante, Fortunato Mannino e Giancarlo Turchetti. E all'indomani dell'annuncio, qualcosa si muove. Addirittura, al di là dei confini provinciali.


Sarà infatti presente alla manifestazione Massimiliano Smeriglio. Il vicepresidente della Regione Lazio ha fatto sapere di «aderire convintamente alla fiaccolata antimafia». Un segnale forte, quello che viene da Roma, che rimarca l'allerta sollevata dall'operazione Erostrato. A sfilare contro le infiltrazioni ci sarà anche il presidente della Provincia: «In questi casi, non servono tante parole. Quello che conta è esserci per mandare un messaggio chiaro e forte», dichiara Pietro Nocchi.

Ci saranno anche tutti i consiglieri di minoranza che siedono a Palazzo dei Priori (e che, tra l'altro, sono ancora in attesa che il presidente convochi la seduta straordinaria dedicata all'inchiesta e ai suoi risvolti sulla città). Aderisce anche lo Spi Cgil, con la segretaria Miranda Perinelli, che punta il dito contro il primo cittadino: «Mentre in Consiglio comunale continuano litigi inutili con dichiarazioni del sindaco Giovanni Arena che lasciano di stucco, bene hanno fatto le confederazioni unitariamente a lanciare una iniziativa visibile come la fiaccolata. Una manifestazione a cui potranno partecipare associazioni, istituzioni e singoli cittadini che ci tengono alla propria città e, soprattutto, vogliono ribadire che Viterbo rifiuta le mafie».

Ci sarà anche il sindacato degli insegnati di religione (Fgu-Snadir).
Ancora nessuna data certa, ma probabilmente la fiaccolata si terrà subito dopo il 9 febbraio (giorno della manifestazione nazionale dei sindacati). In questo quadro, spicca la (finora) mancata adesione del Comune dopo che il sindaco ha negato si tratti di mafia, derubricando gli arrestati a delinquentelli. Così come spicca il silenzio della Lega, impegnata in questi giorni a raccogliere firme perché Matteo Salvini non venga processato per la Diciotti.
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