Occorre contestualizzare il periodo, siamo nel febbraio del 2012. In quel momento tra i cavalli di battaglia di Gianlorenzo c’è la maxi inchiesta Asl cavalcata dall’Opinione, il quotidiano da lui diretto.
La macchina del fango, secondo la Procura, si mette in moto con tutti i suoi terminali appena il cronista viene a sapere «per vie traverse» che il giudice Salvatore Fanti ha rigettato le richieste di custodia cautelare per quattro indagati eccellenti da mesi nel mirino della testata. E così, come si evince dall’informativa, il giornalista «contatta vari personaggi al fine di reperire notizie riservate sul conto del giudice e dei suoi familiari per screditarne l’operato pubblicamente, reo a suo avviso di non averle concesse perché le figlie sono impiegate in strutture sanitarie ricollegabili alle indagini».
IL RESTO DELL'ARTICOLO SULL'EDIZIONE DI VITERBO DE IL MESSAGGERO
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