Lotta alle leucemie, medico viterbese in prima linea. Laurenti: «Passi da gigante con i farmaci target»

Lotta alle leucemie, medico viterbese in prima linea. Laurenti: «Passi da gigante con i farmaci target»
di Simone Lupino
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Martedì 18 Ottobre 2022, 17:45

«Nella cura della leucemia stiamo andando sempre più verso l’impiego di farmaci target, senza bisogno della chemioterapia». All’ultima riunione della Società Italiana di Ematologia che si è svolta a fine settembre a Roma e che ha visto la partecipazione di oltre mille specialisti provenienti da tutta Italia, è stato tra gli altri un medico di Viterbo a illustrare gli ultimi progressi della ricerca nella lotta contro i tumori del sangue. Si tratta di Luca Laurenti, ematologo, professore associato presso l’Università Cattolica Sacro Cuore, Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS. Laurenti è una figura autorevole in questo settore: vanta 25 anni di esperienza sul campo ed è autore di circa 300 pubblicazioni su riviste internazionali.
Professor Laurenti, di cosa si occupa in particolare?
«Mi occupo di alcuni tipi di leucemia, tra i quali la leucemia linfatica cronica (LLC), una malattia che colpisce generalmente i soggetti anziani, molto diffusa: ne soffrono 5 persone ogni 100mila abitanti«.
Quali sono le terapie applicate oggi?
«L’ematologia ha fatto passi da gigante negli ultimi anni. Nella cura di alcune patologie leucemiche, come la leucemia linfatica cronica, è sempre più diffuso e risolutivo l’impiego di farmaci target».
In cosa si differenziano questi medicinali dalla “vecchia” chemioterapia?
«A differenza dei farmaci chemioterapici si tratta di nuovi farmaci che sono in grado di attaccare e mandare a morte soltanto la cellula leucemica, senza uccidere le rimanenti cellule ‘buone’ Inoltre non portano quelle tossicità ematologiche ed extra-ematologiche come la nausea, il vomito, la perdita di capelli, abbassamento dei globuli bianchi, infezioni».
Quando è partita la ricerca su questi farmaci e quali sono le novità emerse dall'incontro della Sie?
«Dal 2014 per la LLC abbiamo avuto a disposizione un inibitore del recettore della cellula neoplastica assunto in maniera continuativa con pochissimi effetti collaterali al quale rispondono più del 90% dei pazienti non precedentemente trattati. Dal 2019 abbiamo utilizzato un'altra classe di farmaci target, gli inibitori di una proteina (BCL-2) che quando silenziata manda a morte programmata la cellula neoplastica. Tale terapia è stata associata ad anticorpi monoclonali, che sono capaci di riconoscere specificamente un antigene della cellula neoplastica. Tale approccio, porta ad utilizzare due farmaci insieme con la possibilità di proporre al paziente una terapia di durata fissa di uno o due anni, permettendo di raggiungere risposte in più del 90% dei pazienti».
Cosa l’ha spinta ad approfondire questo campo?
«La grande passione della ricerca, mi piace lavorare su farmaci innovativi.

Da qui la scelta di lavorare al Gemelli, trattandosi di un policlinico universitario. Lavorano con me medici, biologi e data manager, proprio perché testiamo vari farmaci, fino ad arrivare all’immissione in commercio degli stessi da parte delle cause farmaceutiche. Oltre a questo, il mio lavoro quotidiano, si divide tra l’assistenza sui pazienti ospedalieri ricoverati in day hospital e la formazione dei nuovi colleghi di scuola specialistica».

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