Litio nel sottosuolo, a Viterbo ricerche più vicine. La Regione esclude impatti negativi sull'ambiente

La sede della Regione
di Simone Lupino
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Mercoledì 7 Settembre 2022, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 18:31

La Regione Lazio (Direzione Ambiente) ha determinato di escludere dalla procedura di Valutazione di impatto ambientale l’istanza per la ricerca di litio nel sottosuolo del comune di Viterbo presentata dalla società Energia Minerals Italia, poiché “in base alla tipologia ed alle modalità di attuazione delle attività previste, sono da escludere possibili impatti ambientali significativi e negativi". La decisione è stata presa lunedì. Si tratta, in sostanza, di un primo via libera al progetto, con alcune prescrizioni: “Prima del rilascio del permesso di ricerca - scrive la Regione - dovrà essere verificata l’acquisizione di tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, nulla osta e assensi comunque denominati in materia ambientale".

Litio.

Un nome al quale i viterbesi dovranno abituarsi in fretta. Metallo sempre più ricercato dall’industria automobilistica, ma non solo, usato come materiale per la produzione di batterie elettriche. Viene chiamato anche oro bianco, perché sono pochi i Paesi al mondo che possiedono questi giacimenti: Argentina, Bolivia e Cile. Da qui la ricerca di altri fonti di approvvigionamento. Di recente l’attenzione delle società minerarie internazionali si è concentrata sull’Alto Lazio. Di litio infatti sarebbero ricchi i fluidi geotermali che si muovono nel sottosuolo della Tuscia.

A Viterbo l’area interessata alla ricerca copre 5121 ettari, da nord e sud del capoluogo. A presentare la domanda è stata la società Energia Minerals Italia, facente parte del gruppo australiano Altamin. Il progetto invece si chiama "Ferento riperimetrato". Una precedente istanza era stata archiviata a seguito di parere negativo dell’Area Attività Estrattive, che evidenziava l’interferenza con tutte le concessioni minerarie per acque termali rilasciate nel territorio. Aree termali che invece ora sono fuori.

Al momento il programma “prevede esclusivamente attività di raccolta dati provenienti da indagini pregresse effettuate in passato nell’area di interesse”. Si tratta di 5 pozzi realizzati negli Anni Settanta alla ricerca di acqua ad alta pressione per generare elettricità. L’obiettivo ora è “valutare le potenzialità delle brine geotermiche per la produzione di litio commerciale”. Saranno impegnati 3 geologi nell’arco di due anni.

In caso di esito positivo di questa fase preliminare, la società prevede di effettuare ulteriori attività di ricerca, tra cui l’uso di tecnologia aerotrasportata Lidar per la definizione di strutture geologiche che potrebbero contenere litio a tenori di interesse economico (da sottoporre a nuova procedure Via)

Un'altra ricerca è in corso a Nepi (1200 ettari), mentre un'altra istanza tra Latera e Valentano (913) non è sta autorizzata.

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