Il sottosuolo di Nepi ha un tesoro: l'acqua con il litio. In arrivo i primi sondaggi in profondità

La valle del Baccano
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Martedì 10 Maggio 2022, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 15:02

Il sottosuolo di Nepi, oltre che di acqua minerale, è ricco di litio. Ecco perché una società di ricerche minerarie ha avviato il procedimento amministrativo, presso la Regione Lazio, per eseguire dei sondaggi nei territori dei comuni di Nepi e Campagnano di Roma: perforazioni per la ricerca della presenza del metallo verde.

L'area interessata è di oltre 1.200 ettari è si riferisce principalmente al terreno vulcanico che unisce i due comuni a cavallo delle province viterbese e romana, con una caratteristica che è ritenuta della società di ricerca molto interessante. «La comunicazione ha spiegato il sindaco nepesino, Franco Vita - è avvenuta ufficialmente tramite una lettera della Regione, che verrà pubblicata sugli organi ufficiali e di trasparenza del nostro Comune quanto prima, per consentire a privati ed enti pubblici di presentare le proprie osservazioni entro 30 giorni, come prevede la legge».

Della richiesta è stata interessata subito la società Acqua di Nepi, che ha le sorgenti non distanti dai luoghi indicati per le ricerche. «Per verificare - dice ancora Vita - se esistono eventuali interferenze con le sorgenti minerarie delle Antiche Terme dei Gracchi ed Etruria, che sono il nostro bene più prezioso. Contemporaneamente, sto chiedendo spiegazioni e informazioni all'Istituto nazionale di geofisica per essere informato delle eventuali interferenze dell'attività con l'ambiente».

Nel prossimo consiglio comunale il sindaco relazionerà i componenti in base alle informazioni ricevute.

Fermo restando che entro i 30 giorni previsti, il Consiglio sarà chiamato ad esprimere il suo parere sulla base della documentazione acquisita. Le richieste per le concessioni per poter sfruttare i giacimenti di litio, alla Regione Lazio, sono tre e tutte in prossimità del lago vulcanico di Bracciano. Oltre a quella di Nepi Campagnano una è stata avviata per l'area di Ponte Galeria, mentre già c'è stato il via libera per quella di Cesano.

Si tratta di aree scoperte negli anni 70 da Eni ed Enel, attraverso il trivellamento per la ricerca di acqua ad alta pressione per generare elettricità, che arrivarono a oltre 1.300 metri di profondità. Oggi quelle perforazioni potrebbero essere riprese perché al tempo liberarono del vapore ricchissimo di litio: dai 350 ai 380 milligrammi per litro d'acqua, valori a quanto pare tra i più alti al mondo.

Con il tempo l'utilizzo del litio è diventato importante (basti pensare alle batterie di ultima generazione, in particolare per le auto elettriche) e quelle aree ora conservano una risorsa troppo ghiotta per essere ignorata. La domanda di litio, secondo gli esperti, è destinata ad aumentare di 40 volte nel giro di pochi anni. Anche perché la mancanza di questo materiale sta mettendo a rischio la produzione di batterie in tutto il mondo.
 

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