Libri antichi abbandonati in discarica, parte la fase di recupero. Appartenevano a uno studioso del Novecento

Il recupero dei libri nella discarica
di Carlo Maria Ponzi
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Martedì 17 Luglio 2018, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 15:38

Come sono finiti in una discarica di Sutri quasi un migliaio di libri della biblioteca privata di Luigi Quagliata (1899–1991), tra i più famosi architetti italiani dell’altro secolo? Chi, dopo averli impacchettati alla meno peggio, li ha portati nell’isola ecologica della Muracce, al km 48 della Cassia? Soprattutto, perché disfarsi di una collezione di volumi, datati tra il XIX e il XX secolo, di storia dell’architettura, di storia dell’arte, ma anche di storia del Parlamento italiano, pre e post la nascita della Repubblica? Tante domande intorno a una vicenda che ha il sapore del giallo, su cui sta indagando la docente di Storia della moda Isabella Chiappara che, sabato scorso, si è imbattuta nella catasta di volumi, portati nella discarica.

Al suo fianco Claudia Mercuri, giovane assessora alla Cultura dell’esecutivo guidato da Vittorio Sgarbi; e Tommaso Valeri, direttore della biblioteca comunale. Il terzetto una decisione già l’ha assunta: parte dei libri sarà ospitata, previa schedatura, sia nella biblioteca comunale che in quella della scuola media; libri di maggior pregio potrebbero invece prendere la via del mercato antiquario, con il relativo ricavato da devolvere in beneficenza. Il primo obiettivo, insomma, è difendere e conservare un lascito bibliografico che «racconta – spiega Chiappara - i vasti interessi di Quagliata, non legati solo alla sua professione: i libri, infatti, spaziano dall’architettura alla filosofia, dall’estetica alla letteratura, alla storia d’Italia».

La docente ha già diramato l’appello “salviamo i libri” sui social network e cominciano ad arrivare – confessa – le prime adesioni». Più complicate le incombenze dell’assessora Mercuri, decisa «ad andare fino in fondo e tentare di ricostruire la storia della biblioteca dell’architetto. «Stiamo verificando – afferma – se l’architetto abbia avuto legami professionali o sociali con residenti a Sutri». Una verifica necessaria per rispondere alle domande di cui sopra: perché è stata scelta la discarica di Sutri per gettare centinaia di volumi? Da chi? E per quale scopo?

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