Le specie endemiche dell’Antartide: due ricercatrici dell’Unitus al Polo sud

Le specie endemiche dell’Antartide: due ricercatrici dell’Unitus al Polo sud
di Carlo Maria Ponzi
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Domenica 1 Marzo 2020, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 17:06
«Il nostro obiettivo? Considerando che le aree lungo la Penisola Antartica si stanno riscaldando più velocemente di qualunque altra parte del mondo, l'aumento della concentrazione atmosferica di gas ad effetto serra rende particolarmente importante lo studio delle caratteristiche genetiche e molecolari delle piante locali».
 
Così Carla Caruso, docente di Chimica biologica e biochimica cellulare dell’Università della Tuscia che insieme a Laura  Bertini, docente di Biochimica ambientale, è volata verso l’Antartide dove, fino al prossimo 15 marzo, saranno proseguite le ricerche sulle capacità di adattamento ai cambiamenti climatici delle piante che ivi sopravvivono, potenziali bioindicatori dei cambiamenti climatici in atto.
 
Si può affermare che Unitus è di casa in Antartide. La spedizione, infatti, si svolge nell’ambito di un progetto "Pnra" (programma nazionale ricerche in Antartide) finanziato dal Miur e si inserisce nella lunga tradizione di ricerca in molteplici ambiti che lega il dipartimento di Scienze biologiche ed ecologiche e il continente australe. avviata nel 1994 con il professor Giuseppe Nascetti.
 
«Il progetto attualmente in corso - sottolinea Carla Caruso, già responsabile di altri due precedenti progetti Pnra, finanziati nel 2013 e nel 2016  – intende  studiare il ruolo dei microrganismi nell’adattamento delle piante ai cambiamenti climatici, con particolare focus sulla interazione pianta-fungo-virus. Inoltre, poiché i microrganismi da ecosistemi estremi hanno evoluto strategie biochimiche e fisiologiche uniche, essi possono rappresentare una ricca fonte di nuove biomolecole, con potenziali applicativi in ambito farmaceutico, agricolo ed industriale».
 
Il progetto coinvolge anche le Università di Padova e di Trento, e quella di Temuco in Cile. Le studiose dell’Università della Tuscia sono ora presso la base polacca “Henrik Arctowski”, a King George Island (South Shetland, Antartide Marittima), e si avvalgono della collaborazione dell'Istituto Nazionale Antartico Cileno (INACH) per i trasferimenti e il supporto logistico.
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