Le prime spine del nuovo consiglio comunale

Le prime spine del nuovo consiglio comunale
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Mercoledì 18 Luglio 2018, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 19:33
Subito uno scivolone sul numero legale, lo scoglio Paolo Muroni sul Cev ancora da superare, le dimissioni di Filippo Rossi, un po' di inesperienza evidente. È stato l'esordio del nuovo consiglio comunale, con le prime prove tecniche di scontro politico tra maggioranza e opposizione. Intanto l'assessore Alessia Mancini si è ridotta lo stipendio del 50 per cento; i consiglieri di Viterbo 2020 i gettoni di presenza del 30.

La seduta è stata aperta dal consigliere anziano Isabella Lotti (Fi), quindi parola al sindaco Giovanni Arena. «Abbiamo oltre il cinquanta per cento di nuove presenze ha detto - auguro a tutti che questo consiglio possa portare interventi necessari a migliorare la qualità della vita dei viterbesi». Poi subito alla convalida degli eletti, con Muroni (Forza Italia) sullo sfondo, motivo per cui Luisa Ciambella (Pd) ha chiesto di votare singolarmente su ogni consigliere. Da registrare anche il botta e risposta tra Alvaro Ricci e il segretario generale Mauro Raponi, accusato di non aver prodotto gli atti necessari a valutare eventuali condizioni di incompatibilità.

Sarà Chiara Frontini (Viterbo 2020) a fare nome e cognome dell'indiziato: «Nella propria autocertificazione Muroni ha omesso l'articolo 63, anche lui quindi ritiene che ci sia una causa di incompatibilità che non possiamo certo sanare noi col voto. È surreale», ha detto. È stato poi il segretario generale a esprimersi: «Le ragioni per mettere sotto verifica le condizioni del consigliere sono fondate. Oggi però il consiglio non può esprimersi sulla decadenza». Lo farà dopo i 10 giorni a disposizione di Muroni per presentare osservazioni o eliminare le cause di incompatibilità, ovvero pagare al comune 100mila euro del caso Cev.

Infine il punto di vista del diretto interessato. «La mia dichiarazione - ha detto - è allegata a una memoria che racconta la vicenda dal 2007 a oggi. L'assicurazione avrebbe dovuto già pagare, ma il comune non ha fatto nulla. Nei prossimi dieci giorni potrei saldare o meno, dipenderà dai miei legali». Poi 10 minuti di sospensione, ma al rientro non c'era il numero legale e altra mezz'ora di fermo. Alla fine la convalida anche per Muroni, ma il caso si riaprirà a breve.

Ultime tappe: il giuramento di Arena, l'elezione a presidente del consiglio di Stefano Evangelista e di Vittorio Galati vice, la presentazione della giunta. E le dimissioni di Rossi, spiegate così: «Troppe volte i politici non decidono per non sbagliare, poi se andiamo in altre città vediamo che le cose non vanno così male come qui. Abbiate coraggio. La mia funzione in questo palazzo si conclude qui, spero di essere utile altrove».
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