Le motivazioni del divorzio con la Viterbese, il tecnico Calabro: «Non ho condiviso il progetto al 100%»

Le motivazioni del divorzio con la Viterbese, il tecnico Calabro: «Non ho condiviso il progetto al 100%»
di Marco Gobattoni
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Mercoledì 21 Agosto 2019, 18:07 - Ultimo aggiornamento: 20:07

La voce non è quella dei giorni migliori. «La decisione non è stata semplice. Questa città mi è entrata nel cuore, in questo e nei prossimi anni la Viterbese avrà sempre un tifoso in più». Da poche ore, un giorno pieno, Antonio Calabro non è più l'allenatore della Viterbese: risoluzione consensuale con il club di via della Palazzina e un addio, che nasce da altre ragioni, che ha scosso tifosi e città.

Già dallo scorso anno, prima del brusco strappo con l'allora patron Piero Camilli, il tecnico pugliese era diventato un vero e proprio punto di riferimento per la piazza. La sua presenza era sinonimo di garanzia e nei giorni cruciali del passaggio di proprietà la sua conferma sulla panchina aveva tranquillizzato tutti. Poi, in una sera di agosto, la svolta negativa: i problemi familiari e qualche attrito con la società hanno portato alla rottura. Una divergenza di vedute da leggere tra le righe, dentro dichiarazioni equilibrate e mai astiose. Alla base di tutto c'è il ritardo nel completare il pacchetto under: la società vuole impiegarne 3 a ogni partita, anche per assicurarsi i contributi Figc a fine stagione per aver per puntato sui giovani. Calabro era d'accordo, ma ne voleva almeno 6 validi per partire. Il ritardo nel reperirli ha portato alla rottura,

«Nel calcio ci sono dinamiche che spesso è difficile controllare - dice l'oramai ex tecnico - e non nascondo che per me questo ultimo mese e mezzo è stato complicato: i problemi familiari e l'ingresso della nuova società mi hanno assorbito. Poi mi sono fermato a pensare e ho preso questa decisione: sono una persona, e un allenatore, diretta e per dare il meglio di me devo essere coinvolto al cento per cento nel progetto. Altrimenti non prendo in giro nessuno».

A Calabro il divorzio ha pesato e peserà in futuro, ma il messaggio che manda è un atto di amore. «Questa città e questi tifosi mi sono entrati nel cuore: non dimentico - rivela - la cavalcata dello scorso anno, così come l'esultanza davanti alla tv al gol di Atanasov, che ha portato una Coppa Italia che sento mia. Il presidente Romano vuole il bene della Viterbese: ha provato in tutti i modi a farmi rimanere, ma adesso tutti devono stringersi attorno a società e squadra. Perché ci sono le basi per fare un ottimo campionato».
 

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