Lavoro povero, allarme della Uil: «Salari bassi e famiglie sempre più in difficoltà»

Lavoro povero, allarme della Uil: «Salari bassi e famiglie sempre più in difficoltà»
di Luca Telli
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Sabato 4 Febbraio 2023, 05:45

Lavoro povero, è emergenza nella Tuscia «sono sempre di più sono i lavoratori dipendenti vicini alla soglia di povertà». Una situazione che, spiega il segretario della Uil viterbese Giancarlo Turchetti, «se già non lo è rischia di andare fuori controllo esponendo centinaia di famiglie a serie difficoltà».

L’ultimo rapporto ‘Disparità retributive, precarietà e lavoro nel Lazio’ presentato dalla UIL aveva, del resto, messo in guardia sulla picchiata dei redditi. Si leggeva infatti come: «dall’analisi dei dati Inps, relativi al periodo 2016-2021,– a fronte di un complessivo incremento di 130 mila lavoratori del settore privato nel Lazio – si registra una vera e propria impennata (+30 per cento in cinque anni) di lavoratori che percepiscono compensi inferiori a 5 mila euro annui e un consistente incremento di quelli tra 5 mila e 10 mila euro: complessivamente, dunque, i lavoratori dipendenti con retribuzioni inferiori a 10 mila euro arrivano a rappresentare un terzo del totale (33 per cento), contro il 29,5 per cento del 2016».

Dati che Turchetti ritrova, peggiorati, anche nel Viterbese: «una delle nostre attività principali come sindacato è quella di osservare, e intervenire quando è necessario, il cambiamento delle condizioni generali del mercato del lavoro: la Tuscia è forse la provincia che peggio si sta adattando». Spiega ancora il segretario UIL come: «ci sono tante famiglie che vivono con un reddito inferiore ai 12mila euro, con un salario del genere è impossibile andare avanti».

Il rapporto regionale, del resto, rivelava già alla fine di novembre come la Tuscia fosse la provincia laziale con la seconda percentuale più elevata di dichiaranti poveri dietro solo la territorio pontino.

La soluzione del problema non è dietro l’angolo. Gli aumenti decisi dal governo poi, utili a poco o niente: «Rivalutazioni di facciata – attacca Turchetti - con quei soldi si possono comprare a stento 3 litri di latte. Serve un intervento urgente, aumenti salariali che tengano conto di un’inflazione a doppia cifra». L’aumento dei carburanti, con la benzina tornata largamente sopra 1,8 euro al litro e il gasolio che supera 1,9, il costo esploso dei beni di prima necessità: pane, olio, latte e verdure (per citarne alcune) e, aspetto ora più preoccupante, l’impennata delle rate dei mutui a tasso variabile, per effetto delle crescita del costo del denaro deciso dalla Banca europea come strumento di controllo dell’inflazione, «mettono alla porta uno scenario preoccupante con molte famiglie che rischiano di scivolare indietro».

In un situazione peggiore di quella che già i lavoratori della Tuscia vivono. Secondo l’ultimo rapporto sui redditi elaborato sui dati Istat un dipendente guadagna in media 15 euro; indice al di sotto delle media nazionale e tra i peggiori in Italia.

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