Vissuto come una manna dal cielo per le risorse che pioveranno sul territorio, il Pnrr va però tenuto d’occhio. Soprattutto, perché i fondi vengano spesi per risollevare dal punto di vista economico e sociale il territorio, scongiurando che nelle more degli appalti si insinuino soggetti che non rispettano le norme sul lavoro o dal poco specchiato pedigree. Ed è con questo spirito che la Provincia di Viterbo e i sindacati hanno stretto un patto di ferro: a Palazzo Gentili si è insediato un tavolo di confronto sulle modalità di impiego delle risorse finalizzate all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano nazionale per gli investimenti complementari.
Ecco, nello specifico, di cosa si occuperà: attuazione dei progetti e modalità di impiego delle risorse ma anche ricadute economiche e sociali, con particolare attenzione alle condizioni di lavoro (sicurezza e applicazione dei contratti di settore). Ma gli scopi vanno oltre, visto che i progetti dovranno essere l’occasione per produrre un’occupazione stabile e di qualità, nonché conseguire priorità trasversali, quali la transazione digitale ed ecologica, l’occupazione giovanile e femminile, senza tralasciare l’inclusione sociale, con particolare riferimento alle persone fragili, disabili e non autosufficienti.
L’accordo sottoscritto in via Saffi si ispira a quello siglato a livello nazionale dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil con il presidente del Consiglio dei ministri.