«Lavoro e lotta alle infiltrazioni malavitose», sul Pnrr patto di ferro tra sindacati e Provincia

«Lavoro e lotta alle infiltrazioni malavitose», sul Pnrr patto di ferro tra sindacati e Provincia
di Federica Lupino
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Domenica 5 Febbraio 2023, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 19:15

Vissuto come una manna dal cielo per le risorse che pioveranno sul territorio, il Pnrr va però tenuto d’occhio. Soprattutto, perché i fondi vengano spesi per risollevare dal punto di vista economico e sociale il territorio, scongiurando che nelle more degli appalti si insinuino soggetti che non rispettano le norme sul lavoro o dal poco specchiato pedigree. Ed è con questo spirito che la Provincia di Viterbo e i sindacati hanno stretto un patto di ferro: a Palazzo Gentili si è insediato un tavolo di confronto sulle modalità di impiego delle risorse finalizzate all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano nazionale per gli investimenti complementari.

Ecco, nello specifico, di cosa si occuperà: attuazione dei progetti e modalità di impiego delle risorse ma anche ricadute economiche e sociali, con particolare attenzione alle condizioni di lavoro (sicurezza e applicazione dei contratti di settore). Ma gli scopi vanno oltre, visto che i progetti dovranno essere l’occasione per produrre un’occupazione stabile e di qualità, nonché conseguire priorità trasversali, quali la transazione digitale ed ecologica, l’occupazione giovanile e femminile, senza tralasciare l’inclusione sociale, con particolare riferimento alle persone fragili, disabili e non autosufficienti.

L’accordo sottoscritto in via Saffi si ispira a quello siglato a livello nazionale dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil con il presidente del Consiglio dei ministri.

A livello locale, ad apporre le proprie firme il presidente delle Provincia, Alessandro Romoli, e i responsabili territoriali dei confederali, Stefani Pomante, Fortunato Mannino e Giancarlo Turchetti. Nelle scorse settimane, i sindacati hanno siglato un accordo simile con il Comune di Viterbo proprio per monitorare programmazione e utilizzo dei fondi del Pnrr. Hanno anche avuto un incontro con il prefetto Antonio Cananà che sta lavorando su un protocollo della legalità per arginare eventuali infiltrazioni malavitose.  Uno studio della Banca d’Italia, intitolato “La criminalità organizzata in Italia: un’analisi economica” e pubblicato a dicembre dello scorso anno, ha del resto evidenziato che Viterbo non è immune alla penetrazione delle organizzazioni criminali. Nel Lazio, l’indice di presenza mafiosa è preoccupante nelle province di Roma e di Latina, ma Viterbo si piazza subito dopo: ovvero, tra i territori meno colpiti rispetto ai due precedenti ma comunque con forti criticità.

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