Lavoro, allarme della Cisl: «Infortuni in crescita, più formazione e controlli»

Lavoro, allarme della Cisl: «Infortuni in crescita, più formazione e controlli»
di Luca Telli
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Mercoledì 11 Agosto 2021, 10:08

La Cisl lancia l’allarme «nel primo semestre dell’anno cresciuti infortuni sul lavoro e morti bianche». 987 le denunce ricevute dall’INPS da gennaio a giugno 2021 contro le 761 dello stesso periodo del 2020.

«C’è anche, purtroppo, una vittima in più – spiega il segretario provinciale Fortunato Mannino -. Siamo già a 4 dall’inizio dell’anno a fronte di una diminuzione delle ore lavorate».

Un aumento in linea con il dato nazionale «che dimostra come il viterbese non sia un’isola felice», precisa Mannino.  Per il segretario CISL continua a mancare «quella cultura della sicurezza alla base dei diritti del lavoratore. Per renderci conto di quanto succede basta pensare che in Italia circa l’80% delle imprese non sono in regola».

 A registrare il numero più alto di infortuni «sono le aziende che fanno capo ai rami di agricoltura ed edilizia, quest’ultima da attenzionare dopo che il boom del 110% ha portato alla nascita di nuove realtà che fiutano la possibilità di un ritorno economico importante a discapito della sicurezza – continua Mannino -. Ma puntare l’indice contro due settori non sarebbe giusto, il problema è di più ampio respiro».

Per arginare il fenomeno due le strade da seguire: una che fa capo alle imprese «che devono provvedere alla tutela del lavoratore non solo attraverso strumentazioni ma con una formazione continua», l’altra che guarda ai soggetti deputati al controllo: ASL e ispettorato del lavoro «ai quali chiediamo uno sforzo ulteriore di presenza sul territorio.

Sperando che le indicazioni del Ministero vengano presto recepite e si arrivi in tempi stretti a nuove assunzioni».

 La repressione come strumento di controllo, però, non può essere per la CISL il solo deterrente. «Anche il sindacato farà la sua parte continuando opera di sensibilizzazione. Chiediamo, poi, l’introduzione di una patente a punti per le imprese – aggiunge -. Mentre per le gare d’appalto l’inserimento, nei requisiti d’accesso, di un piano aziendale di sicurezza sul lavoro».

Dati positivi per il viterbese comunque non mancano. L’incremento di denunce di infortuni nella Tuscia nel primo semestre è stato inferiore rispetto a 3 delle altre 4 province del Lazio. Escluso il mercato romano, nella classifica geografica ma fuori competizione per popolazione e numero di lavoratori, che registra 13.585 denunce, Viterbo segue Frosinone (1201) e Latina (1657), preceduta solo da Rieti. Stesso discorso per le morti bianche con la Provincia sempre penultima. Meglio, invece, nel rapporto che tiene conto solo del mese di giugno. Nello stesso periodo a 12 mesi di distanza, la Tuscia è l’unica nel Lazio a registrare una decrescita delle denunce.

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