Lanzetti (Ordine dei medici): "La sanità è il 75% del bilancio regionale, pensiamoci prima di votare"

Lanzetti (Ordine dei medici): "La sanità è il 75% del bilancio regionale, pensiamoci prima di votare"
di Renato Vigna
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Sabato 11 Febbraio 2023, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 20:35

“La sanità rappresenta il 75% del bilancio della Regione Lazio. I cittadini dovrebbero andare a votare chiedendosi prima se le prestazioni ricevute sono adeguate o no”. Antonio Maria Lanzetti, presidente dell’ordine dei medici della provincia di Viterbo, lancia un appello in vista delle imminenti elezioni: “Come ordine, non entriamo in questioni politiche. A noi, al di là delle legittime inclinazioni personali, non interessa – chiarisce – la destra, la sinistra o il centro. Noi ci occupiamo di sanità e proprio la sanità viene governata dalla Regione che incide, quindi, sulla vita quotidiana di ciascuno di noi”.

Il ragionamento di Lanzetti continua così: “Quello che vorrei è che tutti andassero a votare perché è un momento di democrazia. Ma li invito prima a una seria riflessione su come esprimersi in relazione alle esperienze che direttamente o indirettamente hanno avuto con la sanità pubblica. Se sono soddisfacenti, è giusto dare continuità. Se non lo sono, sarebbe forse il caso di esprimere il proprio dissenso, cambiando”.

Al di là dell’appello alla partecipazione, il presidente dell’ordine dei medici lancia il cuore oltre l’ostacolo e si rivolge al futuro presidente della Regione. “Due sono i temi da affrontare subito: l’abbattimento delle liste d’attesa e l’accoglienza negli ospedali, in primis i pronto soccorso”.

Nel primo caso, Lanzetti parla senza mezzi termini: “Va superata l’odiosa ed enorme disparità in ambito ospedaliero tra prestazioni in intramoenia e liste di attesa. Non è possibile che la stessa prestazione che, per fare un esempio, da Cup con le liste viene erogata in un anno, con lo stesso medico, nella stessa stanza e lo stesso macchinario pagando è disponibile all’indomani. Per non parlare – aggiunge – dell’abitudine contro legge di chiudere le liste: l'appuntamento va dato, fosse anche tra tre anni. Si parla tanto di prevenzione, ma se è impossibile fare risonanze e Tac in tempi utili, la prevenzione, se non si hanno adeguate disponibilità economiche, va a farsi benedire”.

E poi, c’è il tema del personale insufficiente. “Non c’è un reparto – conclude – che  non sia in sofferenza. I colleghi sono costretti spesso a turni massacranti con livelli di stress altissimi. Ne va anche della qualità dell’assistenza. Per non parlare del pronto soccorso: l’altro giorno c’erano 100 pazienti in coda. Problemi che vanno risolti a livello regionale, con una organizzazione adeguata. I medici sono troppo pochi, non può ricadere tutto sulle loro spalle”.

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