Trasferimento dell'ufficio immigrazione, l'ira del Prefetto: «Basta strumentalizzare»

Gli uffici comunali di piazza del Plebiscito
di Massimo Chiaravalli
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Martedì 20 Marzo 2018, 10:21 - Ultimo aggiornamento: 17:29
Azioni e reazioni. Il trasferimento dell'ufficio immigrazione della Prefettura di Viterbo sotto i portici di palazzo dei Priori, in piazza del Plebiscito, ha fatto discutere partiti e sindacati. No di Casapound, tanto netto da minacciare di andare in piazza. L'esatto contrario per l'Usb, che invece punta a una coesistenza con l'arte. Intanto però la Prefettura parla di «grave e del tutto gratuita strumentalizzazione».

Alla richiesta di comodato d'uso gratuito palazzo dei Priori ha risposto sì. Il trasferimento nei locali da riqualificare per ospitare le tele di Sebastiano del Piombo è dettato dalla necessità di effettuare lavori di adeguamento su quelli dove l'ufficio immigrazione si trova attualmente.

Tuttavia, la decisione è appresa «con sdegno» da Casapound, che «si opporrà in ogni modo. Per noi gli immigrati non vanno bene né a piazza del Plebiscito, né negli altri quartieri, dove vengono ammassati creando ghettizzazione e degrado. Per questo siamo pronti a scendere in piazza, facendoci carico delle rimostranze di tutti quei cittadini stanchi di questa situazione». Intanto il Comune ha pubblicato il bando dei lavori di riqualificazione. Curiosità: la data è il 16 marzo, giorno successivo alla polemica innescata da Filippo Rossi (Viva Viterbo).

Secondo il sindacato Usb invece di un caso per «cavalcare la guerra tra poveri. La politica tenta di sfruttare la tematica contro lo straniero nella speranza di raccogliere qualche misero voto in più. Quei locali erano inutilizzati da tempo e, con l'obiettivo di coniugare l'utilità all'arte, il possibile trasferimento non ne è in contrasto, anzi, va nella stessa direzione».

La Prefettura intanto chiarisce che «la durata del comodato d'uso gratuito sarà quella strettamente necessaria alla realizzazione dei lavori di adeguamento e che l'occupazione temporanea dei locali, attualmente non utilizzati, non intralcia in nessun modo le attività che il comune ha già posto in essere per il recupero degli stessi».

Il tema entra pure nel nuovo Parlamento, con la proposta di Fratelli d'Italia. «Gli italiani commenta il deputato Mauro Rotelli - possono rialzarsi solo se si mette un freno all'immigrazione incontrollata, dimezzando i costi di accoglienza e raddoppiando il fondo per i rimpatri». Ma qual è la consistenza del problema? I numeri sono in calo. Nei centri di accoglienza sono 1.560, il picco di 1.700 era tra maggio e giugno 2017. E nella Tuscia i residenti sono 30.046, lo 0,1 per vento in meno rispetto a un anno fa.
 
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