"La mia Francigena", ecco il libro di Mecorio: «Servirà per iniziative in ricordo di Andrea Arena»

Stefano Mecorio e Andrea Arena
di Massimo Chiaravalli
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Giovedì 28 Giugno 2018, 10:32 - Ultimo aggiornamento: 14:57
Gennaio 2016, una telefonata alle 11 di sera. Solo a lui poteva venire in mente di fare la via Francigena per raccontarla e realizzarci una guida. Il suo desiderio è stato esaudito: quella guida si chiama “La mia Francigena. Due scarpe e una borraccia da Proceno a Monterosi”. L’ha scritta Stefano Mecorio, «giornalista pentito» (il copyright è suo) a cui il collega Andrea Arena aveva chiesto l’impresa.

Allora non se ne fece nulla, ma la molla è scattata in Stefano dopo il 22 gennaio, quando Andrea se ne è andato prematuramente. In 82 pagine ha descritto minuziosamente un’esperienza vissuta insieme a suo padre Dario. “La mia Francigena” – 10 euro, edizioni Sette Città, al momento disponibile alla libreria Fernandez e su Amazon - servirà per onorare l’amico ed ex caporedazione di viterbonews24.it, oltre che collaboratore de Il Messaggero: tolte le spese, il ricavato andrà ad Alessandra Pinna, compagna di Arena, per organizzare iniziative in suo ricordo.

Il cammino dei pellegrini è raccontato con un tocco di ironia e acume: ci sono la genesi, ovvero la telefonata tra Stefano e Andrea, la descrizione dei luoghi, citazioni, le riflessioni notturne. «Il libro – dice Mecorio – è già molto richiesto. Le prime 200 copie sono sparite appena disponibili, ora ne stiamo ristampando altre 250. Lo hanno voluto anche persone che ho conosciuto lungo il cammino: praticamente ho rifatto la Francigena, però stavolta in macchina». Circa 100 copie da Fernandez sono state prese da un distributore, «perché materiale sulla via dei pellegrini manca, quindi da un punto di vista strategico Arena ci aveva visto giusto ancora una volta».

Ci saranno presentazioni ad Acquapendente e probabilmente a Viterbo. «Sono contento del prodotto, leggibile e leggero. L’ho scritto tutte le sere al rientro da ognuna delle 10 tappe effettuate a marzo. Il merito è anche dell’editore – conclude Mecorio - che ha creduto nel progetto sulla fiducia». E pure dell’autore, basta un passaggio del libro per rendersi conto che non deve essere stato facile: «Sorrido, saluto tutti, e non penso mai al vero motivo per cui mi sono cimentato in questa cosa. Non per evitare un argomento scomodo, doloroso. Bensì evito la causa perché la coccia, quando diventa dura, ti insegna che a volte le conseguenze possono essere migliori di ciò che le scatena».
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