L'Università della Tuscia pronta ad attivare lo sportello Antiviolenza

L'Università della Tuscia pronta ad attivare lo sportello Antiviolenza
di Carlo Maria Ponzi
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Sabato 24 Aprile 2021, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 12:28

Università degli studi della Tuscia: tutto pronto per attivare i servizi dello sportello Antiviolenza. Aprirà a metà maggio e sarà gestito dall’associazione “Differenza Donna Ong”, che aveva già collaborato in passato con il gruppo del corso di  laurea di Scienze politiche di Unitus grazie al progetto “Step” (Stereotipo e Pregiudizio).

«L’iniziativa – rileva il rettore Stefano Ubertini – rientra nelle attività legate al tema delle pari opportunità di genere su cui da tempo lavora il “Cug” (comitato unico di garanzia). Obiettivi: contrastare qualunque forma di violenza morale, psicologica e di discriminazione; valorizzare la cultura del rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, contro ogni forma di discriminazione alla formazione, alle progressioni di carriera e alla sicurezza; tutelare il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori per garantire il miglioramento dell’organizzazione del lavoro e una maggiore efficienza delle prestazioni lavorative nel rispetto dei principi comunitari e nazionali in materia di pari opportunità; contrastare il mobbing».

Tocca a Daniela Di Ottavio, docente di Istituzioni di diritto romano, referente del rettore per l’inclusione e l’equità, spiegare i servizi offerti dallo Sportello. «Il lavoro si dispiegherà su tre direttrici fondamentali: operativo, formativo e scientifico.

In merito al primo punto, apriremo per tre ore settimanali una stanza virtuale con accesso sicuro e protetto, nel rispetto della privacy e dell’anonimato. Il servizio è completamente gratuito. Metteremo inoltre a disposizione delle utenti un indirizzo mail e una utenza telefonica dedicati».

In parallelo c’è l’attività formativa, «rivolta – afferma Di Ottavio -   a tutta la comunità Unitus, allo scopo di fornire gli elementi conoscitivi fondamentali per saper riconoscere una relazione abusante e strutturare un percorso di uscita dalla medesima». Infine, la ricerca, orientata «a illustrare la convenzione di Istanbul (sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, approvata dal Consiglio d’Europa, ndc) e il meccanismo della discriminazione tra uomini e donne nel linguaggio, con particolare riferimento ai linguaggi impiegati in ambito giornalistico e giudiziario».

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