L'odissea dei tifosi gialloblù per tornare da Siracusa: treni, navi e pullman. "Che avventura: la ricorderemo a vita"

I tifosi gialloblù all'aeroporto bloccato
di Marco Gobattoni
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Venerdì 22 Febbraio 2019, 15:34
L’amore per la Viterbese li unisce nella vita, ma quello che gli è capitato nella tumultuosa trasferta di Siracusa li unirà per sempre. I protagonisti di questo Epic Movie sono 25 e sono tutti innamorati della Viterbese. Non saltano una trasferta da quando è iniziato il campionato: un campionato funestato dal ritardo accumulato che porta i gialloblù a giocare ogni tre giorni.

Permessi al lavoro, giustificazioni con mogli e amanti e soprattutto portafoglio sempre aperto per non lasciare mai sola la vera squadra del cuore. A rendere diversa la trasferta di mercoledì scorso in Sicilia però, ci si è messo l’Etna: il gigante di fuoco siciliano ha iniziato a zampillare durante la partita e le ceneri emesse dal simbolo catanase hanno portato alla chiusura dello scalo aeroportuale Fontanarossa. Panico: come torniamo a Viterbo? E’ qui che inizia un’odissea che al confronto Omero sbiadisce.

I 25 eroi viterbesi tentano subito la carta del treno: in Sicilia gli spostamenti non è che siano facili; tra viadotti che mollano e strade dissestate non è facile spostarsi da una parte all’altra dell’isola. Catania è la prima tappa dei supporter gialloblù: c’è da prendere un intercity per Roma: il problema però è che i biglietti sono terminati e il percorso dei nostri termina molto presto: ad Acireale vengono fatti scendere dai controllori che per pietà si risparmiano la denuncia. Se sulle rotaie va male si punta al mare direzione Reggio Calabria: i tifosi riescono a salire su un traghetto che lì porta fino alla destinazione calabrese dove inizia la parte più bella del film. I 25 trovano ospitalità su un pullman diretto a Napoli: l’ospitalità si paga però.

“Abbiamo dato 20 euro per uno all’autista e siamo saliti con la polizia sotto che ci aspettava per scortarci – racconta Lucio Matteucci – eravamo sfiniti e siamo scesi a Cosenza credendo di trovarci a Napoli. A quel punto siamo corsi dietro all’autista che ci ha fatto salire di nuovo”. A Napoli però c’è il fine corsa e allora si ritenta con il treno: anche dalle nostre parti però non è che a farla da padrone sia la discussa Tav e infatti per arrivare a Roma bisogna scendere e risalire tre volte. Il gruppo è sfinito: per sostenere la Viterbese i 25 sono partiti alle 4 di mercoledì e non è che a livello di igiene sia il massimo.

L’obiettivo finale è raggiungere Fiumicino dove ci sono macchine e pulmini lasciati il giorno prima in aeroporto. “Abbiamo vissuto due giorni assurdi, ma che ricorderemo per sempre – spiega Matteucci – ci siamo divertiti da matti e siamo felici di averlo fatto per la nostra Viterbese”. La spedizione di Giuseppe Garibaldi portò mille volontari a combattere in Sicilia: qui erano 25 e non c’era nessuna battaglia da vincere a parte quella sportiva, ma per chi ama il calcio anche i tifosi della Viterbese possono essere considerati eroi.
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