L'allenatore eroe De Paolis racconta il salvataggio di Galimberti: «Siamo stati bravi e fortunati»

L'allenatore eroe De Paolis racconta il salvataggio di Galimberti. «Siamo stati bravi e fortunati»
di Marco Gobattoni
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Martedì 11 Gennaio 2022, 05:45

«Se non si fosse salvato, non avrei mai dimenticato il suo sguardo in quei momenti». Invece il portiere dell’Allumiere, Tiziano Galimberti, ce l’ha fatta grazie anche a lui, l’allenatore del Cura, David De Paolis (nella foto). Che, dopo il drammatico intervento di domenica pomeriggi per rianimarlo, durante la partita di Prima categoria, è tornato a casa con un grande sollievo: «Appena sono arrivato, ho abbracciato mia figlia di quindici mesi e mi sono messo a giocare con lei».

Il portiere della squadra ospite, dopo uno scontro di gioco, rimane a terra privo di sensi. La paura è tanta: in questi casi pochi hanno la freddezza di mantenere la calma e intervenire. Per fortuna, tra questi pochi, ci sono David De Paolis e suo padre Giuseppe, cintura nera di judo che per anni ha gestito una palestra a Lecce, da dove con la famiglia si è trasferito a Montefiascone. David, classe 1981, una carriera prima da calciatore in Eccellenza a Montefiascone e poi da allenatore iniziata a Valentano, è portato per aiutare gli altri. Una laurea alla facoltà di Scienze dell’educazione all’Università Pontificia Salesiana, con una tesi dal titolo emblematico: “Il cavallo: un amico, una risorsa preziosa”, spiega meglio di tante parole l’impegno di De Paolis con ragazzi che qualcuno definisce diversamente abili, ma che lui ha sempre trattato come amici o compagni di squadra.

Quando Galimberti rimane a terra, De Paolis incrocia lo sguardo del padre e si getta in campo per aiutarlo. «Galimberti nella sfortuna è stato fortunato per una serie di eventi che non si sarebbero dovuti verificare.

Io sono stato espulso e il cancello che porta dalle tribune al campo è stato lasciato aperto: questo ci ha fatto guadagnare minuti preziosi. Mi sono accorto subito della gravità della situazione in quanto dalla tribuna ho visto meglio la scena. Il portiere non si muoveva e intorno a noi c’erano panico e giocatori che piangevano. Ho incrociato lo sguardo di mio padre; lui ha gestito per anni una palestra ed è preparato per affrontare queste situazioni».

Padre e figlio sono scesi in campo. «Non è stato facile tenere aperta la bocca di Galimberti: lui serrava i denti e mio padre, per il freddo, aveva i guanti con i quali non riusciva a tirare fuori la lingua. Quando abbiamo avuto lo spazio per tirarla fuori è stato molto bravo Marco Zimmaro compagno di squadra di Galimberti. L’ambulanza? Per regolamento deve essere sempre al campo, ma in questo momento ci sono emergenze diverse, quindi capita che vada via per un po’: in 18 minuti è tornata. Siamo stati tutti bravi e fortunati». Il resto è cronaca con Galimberti che dopo una notte di osservazione all’ospedale di Belcolle è tornato a casa. «Ho ricevuto tanti messaggi di ringraziamento – racconta De Paolis – sono io a ringraziare tutti».

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