Irrompono in casa e perseguitano una donna: «Mi lasciavano proiettili per spaventarmi»

Aula
di Maria Letizia Riganelli
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Mercoledì 23 Novembre 2022, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 19:13

Seguita, minacciata e spaventata per oltre un anno e senza alcun motivo. Una donna di 34 anni ieri mattina ha raccontato in aula l’incubo che le hanno fatto vivere due ragazzi che l’avevano presa di mira. I due, un italiano e romeno assistiti dall’avvocato Tania Cesarini, sono accusati di stalking, rapina e lesioni. La donna invece si è costituita parte civile con l’avvocato Domenico Cardellini.

«Tutto è iniziato il 30 dicembre 2020 - ha spiegato - erano da poco passate le 22,30 ed io ero a letto. Quella sera a casa mia a Caprarola c’era un amico lui era nel salotto. A un certo punto ho sentito tanto rumore. Erano i due ragazzi che con dei cacciavi avevano divelto la porta. Ridevano e ci minacciavano. Prendevano a calci la porta e i mobili Hanno rotto tutto e portato via alcune cose che per me erano importanti. La vecchia macchina fotografica di mia madre e un portagioie. Urlavano che erano venuti a fare quello che c’era da fare e che dovevamo stare buoni altrimenti ci avrebbero fatto la pelle». La donna conosceva uno dei due ragazzi a cui nei mesi prima aveva dato soldi e un pasto caldo.

«Io non so perché sono arrivati a casa mia in quel modo - ha detto ancora - per molto tempo mi sono chiesta il motivo e non l’ho mai trovato».

L’incubo per la donna però con l’irruzione in casa sarebbe solamente iniziato. «Da quel giorno hanno iniziato a seguirmi ovunque. Me li ritrovavo sotto casa, al lavoro e alla fermata dell’autobus. Mi facevano il gesto di tagliarmi la gola e mostravano il cacciavite. Ho anche trovato una busta con un proiettile davanti casa e una sera hanno lasciato una siringa. So che sono stati loro perché me lo hanno detto loro, quando volevano costringermi a ritirare le denunce che avevo fatto».

La donna ha ricominciato a vivere solo dopo che i due ragazzi sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia di Ronciglione. «Ho passato un inferno - ha concluso la donna - e sono dovuta ricorrere a una terapia. Avevo attacchi di panico continui e non riuscivo più a dormire. Ho dovuto lasciare la mia casa e trasferirmi da un amico perché avevo paura che loro tornassero a irrompere. E alla fine ho lasciato anche il lavoro». La donna per due anni è stata ospitata da due amici che non l’hanno mai lasciata sola. Uno di loro ieri mattina ha testimoniato in aula, ripercorrendo l’intera vicenda.

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