Inquinamento, ecco "Mal'aria", lo studio di Legambiente: Viterbo si piazza così

Inquinamento, ecco "Mal'aria", lo studio di Legambiente: Viterbo si piazza così
di Massimo Chiaravalli
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Venerdì 4 Febbraio 2022, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 11:19

Non va proprio malissimo. Almeno se si guarda a chi sta peggio. “Mal’aria di città”, ovvero “Quanto manca alle città italiane per diventare delle cleancities” è lo studio di Legambiente sull’inquinamento atmosferico riferito al 2021. Ha piazzato 238 centraline nei 102 capoluoghi e monitorato i tre principali inquinanti: Pm10, Pm2.5 e NO2. Viterbo si difende bene, piazzandosi rispettivamente a sesto, settimo e 34° posto.

Prendiamo le polveri sottili, partendo delle famigerate Pm10. Nel primo caso Viterbo dovrebbe ridurle non di moltissimo, del 12 per cento, quando la media italiana è del 33. Il valore è 17μg/mc, laddove il limite massimo raccomandato dall’Oms è 15. La città dei Papi si colloca al sesto posto a pari merito con Macerata, Massa, Sassari, Savona, Siena. Meglio fanno solo infatti Caltanissetta (9), Nuoro (12), La Spezia (13), L’Aquila (15) e Verbania, che ha 15.

Va un po’ peggio con le Pm2.5, «la parte più fina delle polveri sottili – scrive Legambiente - e quella che desta maggiori preoccupazioni dal punto di vista della salute, l’obiettivo di riduzione delle concentrazioni a livello nazionale è addirittura del 61 per cento».

Qui il valore di Viterbo è 9: si dovrebbe quasi dimezzare secondo l’Oms, si richiede un meno 44 per cento, perché come massimo suggerisce 5. Ma questo consente di raggiungere la settima piazza insieme a Grosseto, La Spezia, L’Aquila e Livorno. Contrariamente agli indicatori precedenti, qui nessuna città italiana risulta nei parametri. Vanno meglio Sassari e Crotone (-17), Agrigento, Macerata ed Enna (-38) e Siracusa (-43).

Si scivola ancora più giù se si va a guardate l’ultimo indicatore, il biossido di azoto (NO2). Qui l’Oms indica 10 come valore massimo: lo hanno rispettato solo 14 città. E Viterbo non c’è. Il suo 19 si traduce in una necessità di riduzione del 47 per cento, che ci colloca al 34° posto a pari merito con Cesena, Cosenza, Cuneo e Vercelli. Per la prima e unica volta ci passa avanti un’altra provincia del Lazio. E’ Rieti, che deve ridurre solo – si fa per dire – del 33.

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