Si tratta di 12 persone, tutte di Faleria, che illegittimamente dallo scorso mese di marzo, percepivano il reddito di cittadinanza, che in alcuni casi arrivava anche a 1000 euro al mese. Alcune svolgevano lavori in nero: alcuni sono stati individuati in agricoltura, comparto in cui operavano come braccianti; altri nel commercio ambulante, altri ancora nel terziario e nell'edilizia.
I carabinieri, nel corso degli ultimi mesi, hanno intensificato l'attività di controllo per scoprire le sacche di lavoro nero nella bassa Tuscia; nell'ambito di questi, con controlli mirati hanno scoperto i furbetti. Indagine che a quanto sembra è ancora in corso. In qualche caso la persona identificata beneficiava del reddito di cittadinanza nonostante, nell'ambito del nucleo familiare, essa stessa o altri componenti disponessero di altre fonti di sostentamento.
I controlli hanno interessato anche la veridicità dei dati autodichiarati per ricevere i compensi, vale a dire le informazioni che non emergono dalle verifiche automatiche e che possono essere accertate e scoperte solo attraverso controlli sul territorio, come è accaduto in questo caso.
Secondo un'elaborazione statistica di Anpal Servizi, l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, nel Viterbese gli aventi diritto al reddito sarebbero 6.936. I richiedenti tipo nella Tuscia sono anziani, con una leggera prevalenza di cittadini tra 45 e 60 anni. Dello zoccolo duro fanno parte, indipendentemente dalla condizione, single, separati, coniugati e divorziati. Pochi i giovani.
Già a suo tempo la Cisl sollevò perplessità lanciando l'allarme. «Si tratta di uno strumento gestito male e di assistenzialismo inutile», aveva detto il segretario provinciale della Cisl, Fortunato Mannino. Nel Viterbese sono pochissimi i navigator, ovvero il personale incaricato di ricollocare le 5.470 persone che hanno chiesto l'assegno di cittadinanza.
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