Il voto a Viterbo: «Ma il centrodestra ce l’ha un progetto?». Santucci l’eretico

Giovanni Arena candidato sindaco con gli alleati
di Giorgio Renzetti
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Lunedì 21 Maggio 2018, 10:31 - Ultimo aggiornamento: 19:40
Stavolta la domanda che chiude un’intervista finisce davanti al resoconto: ma Gianmaria Santucci, leader della lista FondAzione che sostiene Giovanni Arena come sindaco per il centrodestra a Viterbo, dice oggi queste cose perché non è più lui il candidato della coalizione?
«Rispondo subito di no. Perchè noi siamo stati con il centrodestra all’opposizione in Comune per cinque anni, abbiamo appoggiato questa coalizione alle recenti elezioni regionali e alle politiche, infine abbiamo detto ad Arena “eccoci”, siamo tuoi alleati. Il problema è un altro».

Rewind: inizio dell’intervista.
«Intorno ad Arena vedo un’inspiegabile euforia da autosufficienza, come se il risultato delle politiche garantisse da solo la vittoria alle comunali. Ma la campagna elettorale non è finita, anzi».
Santucci, teme che la sua lista civica diventi marginale rispetto a Lega, Fi e Fdi?
«Questo no, la componente civica è molto radicata in città, già dal 2013, e avrà buoni risultati anche stavolta, noi per primi. Se ci pensate, i 5 Stelle a Viterbo non sono così forti come altrove proprio per questo».

Quindi FondAzione è determinante per la destra?
«Guardate che nella coalizione il programma di Arena è il nostro, quello che abbiamo elaborato coi cittadini mentre i tre partiti litigavano sulla scelta del candidato. Io dico basta politicizzare il voto, meno spazio ai partiti. Parliamo di cosa, e come, fare per una città da ricostruire».

Però i suoi alleati su questo non la seguono granché.
«E’ il vero problema. Va bene che venga Tajani (atteso oggi, ndr) e altri leader per la campagna elettorale, ma non basta per vincere. Prendete il Pd: prima del voto a Viterbo sono venuti ministri e presidenti del Consiglio, e sono arrivati ultimi. I tempi sono cambiati, i voti si contano tutti».

Cosa manca, cosa servirebbe oggi al centrodestra?
«Parlare ai viterbesi di una presa di coscienza sui temi reali, su una visione di città. Invece c’è solo contrapposizione, “votate me perché sono più bravo di lui“, e ci si scontra in qualche dibattito senza domande e su dettagli che non interessano a nessuno».

Cosa e chi deve temere Arena?
«Oltre a ciò che ho detto, deve tener presente che domani (oggi per chi legge, ndr) avremo un governo M5S-Lega. Così qui andremo a votare con un candidato sostenuto da un pezzo di coalizione, con altri due pezzi all’opposizione e i 5 Stelle con un altro candidato ancora. Dico: attenzione».

Una iattura il voto disgiunto, possibile alle comunali?
«Sì, lo ripeto da giorni ai miei. Tanti dicono di volere un certo sindaco, ma anche di voler votare un amico o un parente come consigliere che sta in un’altra lista. E’ il segnale che non c’è una candidatura a sindaco che “spacca”, anzi, e che al ballottaggio poi può succedere di tutto. Proprio quello di cui Viterbo non ha bisogno, dopo cinque anni di vuoto politico e amministrativo».
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