Il rettore dell'Università della Tuscia: "Sogno una città universitaria"

Santa Maria in Gradi: chiostro rinascimentale
di Carlo Maria Ponzi
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Domenica 30 Settembre 2018, 11:15 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 11:40
Rettore Alessandro Ruggieri, siamo alla vigilia dell’ultimo anno del suo mandato sulla poltrona più alta di Santa Maria in Gradi. Sa già oggi cosa farà senza le insegne di Magnifico?
«Indossare la semplice toga di docente di Unitus, tornando a tempo pieno alle mie lezioni e alle mie ricerche, in modo particolare sull’economia circolare».
 
Nei giorni scorsi, il Miur l’ha premiata con un sostanzioso finanziamento (oltre 1.200.000 euro, ovvero il 3,72% in più rispetto allo scorso anno), che colloca Unitus al quinto posto assoluto degli atenei più progrediti. Se lo aspettava?
«Più o meno sì, perché monitoriamo costantemente l’andamento delle nostre prestazioni con largo anticipo, ma non in queste dimensioni perché il risultato dipende anche dal confronto con le altre università. E’ un risultato molto importante, perché con questi fondi noi provvediamo al pagamento degli stipendi e delle spese per la didattica e la ricerca».
 
Come è maturato il “premio”?
«Con la consapevolezza che dovessimo ribaltare all’interno dell’Ateneo i parametri usati dal Miur per distribuire i fondi. Questo ha favorito premialità e miglioramento continuo. I docenti e il personale tecnico-amministrativo, in larga parte stanno comprendendo l’importanza di fare una buona ricerca e di lavorare per rafforzare l’attrattività di corsi di studio. Un discorso a parte va dedicato all’attenzione per lo studente, ma quella è da molti anni centrale e riconosciuta nel nostro Ateneo. E’ un bel riconoscimento alla serietà del lavoro svolto».
 
Dell’attività fin qui svolta, di cosa è particolarmente fiero?
«Di tante cose, ma in particolare desidero sottolineare il rafforzamento delle politiche per gli studenti, la qualità e la quantità del reclutamento, il miglioramento delle prestazioni di ricerca di gran parte dei docenti».
 
Indichi tre obiettivi prioritari per il 2019?
«Rafforzare l’attrattività dei corsi di studio con qualche nuova proposta o con il miglioramento di quelle esistenti. Chiudere alcune progettazioni di ricerca che diano ulteriore spessore e visibilità all’Ateneo. Risolvere alcune questioni infrastrutturali che consentano di incrementare la crescita facendo diventare Viterbo una città universitaria»”.

 Ultima domanda. A che punto è il confronto con la Provincia per l’eventuale acquisizione dell’ex caserma dei Vigili del fuoco da ristrutturare e trasformare in Polo culturale?
«Dobbiamo incontrare il Presidente della Provincia a breve, abbiamo diverse idee per l’Ateneo e per la città. Speriamo che siano compatibili con il contesto che ci disegnerà la Provincia». 
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