Il nuovo Monterosi nelle mani di Marco Mariotti: «Il risultato conta, ma serve giocare bene»

Il Monterosi sotto il segno del tecnico Marco Mariotti
di Marco Gobattoni
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Giovedì 21 Giugno 2018, 12:42
“Mi manca solo la serie A, ma non è escluso che un giorno possa arrivarci”. Lo dice con il sorriso sulle labbra ma Marco Mariotti, nuovo allenatore del Monterosi, è uno diretto. Un tecnico a cui piace dire le cose in faccia: i suoi calciatori lo seguono come un condottiero, un capo che sa usare bastone e carota a seconda delle situazioni e che adesso vuole portare il Monterosi nella storia.

In passato ha collaborato con Elio Gustinetti e Maurizio Sarri: due allenatori simili, vecchio stampo, seppur con carriere diverse ma che seguono la stella polare del bel gioco. “Il risultato è importante, ma in Italia ci siamo fatti ammaliare dal classico schema del basta vincere – spiega Mariotti – io non ho inventato e non invento nulla di nuovo, ma le mie squadre devono avere un’identità: vincere attraverso il bel gioco è possibile”.

Anche in serie D: un campionato condizionato dalla presenza dei giovani e dal fatto che i playoff di fine stagione e la Coppa Italia contano quasi nulla. “Ora siamo tutti pronti a dire che i giovani sono il futuro del nostro calcio e della nostra nazionale, ma secondo me la formula scelta in serie D con l’obbligo di schierare i classe 98’ non va nella giusta direzione. A vent’anni se hai qualità giochi senza bisogno delle norme che lo impongono: io farei una revisione diminuendo il numero di giovani in campo, innalzando l’età favorendo i 2001/2002 per esempio”.
Nel suo girovagare formativo, Mariotti, ha maturato una profonda conoscenza del campionato di serie D. “I playoff andrebbero riformati ed anche la Coppa Italia va ripensata. In D vince soltanto una squadra e a parte la lotta salvezza, molte squadre a metà stagione non hanno più obiettivi”.

Adesso però c’è da vincere con il Monterosi del profeta del fair play Luciano Capponi. “Con il presidente ci siamo trovati in sintonia fin da subito. E’ uno a cui piace un calcio pulito e corretto: mi rivedo molto nella strategia che adotta il club biancorosso e per questo, nonostante le tante sirene di società che mi hanno cercato come Messina e Sestri Levante, ho deciso di accettare la proposta dei viterbesi. Obiettivi? Non bisogna fare proclami: due anni fa il profumo della serie C è stato forte; quest’anno vorremmo potercelo apprezzare”.
 
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