Il Comune lascia a piedi Francigena: a rischio il servizio dei bus urbani

Il Comune lascia a piedi Francigena: a rischio il servizio dei bus urbani
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Domenica 17 Marzo 2019, 11:41 - Ultimo aggiornamento: 19:40
La Francigena è sull'orlo del collasso. Mentre in Comune una maggioranza schizofrenica litiga e fa pace nel giro di una mattinata, per poi cominciare daccapo, le conseguenze iniziano a sentirsi sul governo della città. Perché se le decisioni non vengono prese, mentre si discute le situazioni sfuggono di mano. Ed è così che la società multiservizi del Comune che si occupa, tra l'altro, di trasporto pubblico locale e gestione dei parcheggi, sta accumulando debiti su debiti. Con i fornitori, innanzitutto.

Il deficit cresce da mesi. Ora, acuito nelle ultime settimane, rischia di esplodere. Che i conti siano tanto in rosso lo conferma la Cisl, che lancia l'allarme: «Dal prossimo mese rischiano di saltare gli stipendi», avverte il segretario Fortunato Mannino. A far traboccare il vaso la bocciatura da parte della giunta del Poa, il piano organizzativo annuale presentato da Cesare Curcio, l'amministratore delegato ora dimissionario. A quel provvedimento, una sorta di piano industriale, sono legati i finanziamenti che palazzo dei Priori trasferisce per il funzionamento della società. «Se non si risolve questo stallo - afferma Mannino - il Comune non libera i fondi. Significa che non si possono fare investimenti e che nemmeno il corrente viene garantito».

Mentre si accumulano fatture insolute, anche il servizio peggiora. «Il bando per l'acquisto dei nuovi autobus è fermo. Era inserito all'interno del Poa, senza quello non si può procedere», spiega ancora il segretario Cisl. L'assurdo è che i soldi per comprare i mezzi ci sono: la giunta Michelini aveva accantonato 600mila euro, a cui la Regione ha aggiunto altri 800mila, per sette nuovi bus. 

L'acquisto era previsto entro il 2018 - confermato anche dal vicesindaco Enrico Maria Contardo - così da compensare gli 11 autobus euro 0 finiti in garage il 31 dicembre perché non più a norma per circolare. Il parco mezzi della società ora è ridotto a 23 esemplari, tutti datati. Tanto che i guasti sono all'ordine del giorno. Così come le corse che saltano.

Già dal 7 gennaio diverse sono state soppresse o ridotte a causa della carenza di bus. Ma anche quelle rimaste non sempre vengono garantite. Con un servizio ridotto così, anche gli incassi calano. «Se non si interviene subito - punta il dito Mannino - si crea un doppio danno sociale: quello per i circa 80 lavoratori che rischiano di restare senza stipendio, ma anche quello per i cittadini che non possono contare su un trasporto pubblico locale funzionante. Faccio appello al Comune: serve un intervento immediato».
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