Il centro per migranti di via Emilio Bianchi nel mirino. Blitz a sorpresa di prefetto e Rotelli (Fdi)

Il centro per migranti di via Emilio Bianchi nel mirino. Blitz a sorpresa di prefetto e Rotelli (Fdi)
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Sabato 20 Ottobre 2018, 11:29 - Ultimo aggiornamento: 18:22

Era l'unico ad averci messo la faccia. Carlo Rovelli è uno tra i gestori dei Cas della Tuscia, ma il solo ad aver dichiarato a microfoni accesi che l'accoglienza, negli ultimi mesi, è profondamente cambiata. E che questi cambiamenti possono trasformarsi in problemi sociali, e di sicurezza, per le comunità locali. Le presenze dal 2017 sono quasi dimezzate, ma di molti dei 700-800 ospiti in meno nei centri si sono perse le tracce: senza un alloggio, finiscono in strada.

Su questo nodo Rovelli, titolare della convenzione sia per la struttura di via Bianchi sia per quella sulla Cassia sud, aveva puntato il dito. E ieri ha ricevuto una visita inattesa, a pochi giorni dall'uscita dell'intervista al Messaggero in cui dichiarava che garantire l'accoglienza è sempre più difficile; tanto da mettere in forse la partecipazione al prossimo bando (se ne sono perse le tracce), si è visto presentare nel centro di accoglienza straordinaria dietro via Marconi il prefetto in persona. Ma Giovanni Bruno non era solo: con sé Mauro Rotelli, deputato di FdI, sempre molto attento alla tematica migranti.

«Ho ribadito - racconta Rovelli - quanto avevo già dichiarato: mi sarei aspettato un diverso rapporto con le istituzioni. La gestione dei richiedenti asilo è molto delicata, per questo servirebbe lavorare in un clima di collaborazione con la Prefettura. Purtroppo, invece, si procede con multe e penalizzazioni che vanno ad appesantire il clima, nonché una situazione finanziaria già tutt'altro che rosea».

I pagamenti da parte del Palazzo del Governo, anche per i controlli su ogni voce, sono infatti ancora in ritardo di diversi mesi. Le ultime penali applicate alle strutture di Rovelli ammontano al 3% sull'importo di ottobre per un numero insufficiente di armadi, un tavolo insufficiente per consentire di pranzare tutti insieme, un balconcino di ingresso che necessità di urgente manutenzione e la mancata fornitura di acqua minerale. «Se avessimo avuto due o tre giorni per adeguarci- continua - avremmo ottemperato alle richieste. Invece, si è scelta la strategia più dura».

Sul centro di via Emilio Bianchi, Rotelli aveva annunciato una verifica all'indomani dell'aggressione, da parte di un migrante ai danni di un poliziotto, e dopo le minacce di un altro alla dirigente del centro. E ieri la verifica c'è stata. «A domanda, ho risposto che non sappiamo che fine abbiano fatto gli ospiti usciti dai Cas, dopo aver ottenuto l'asilo», conclude Rovelli. E il problema sta tutto qui.
 
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