Attentati e silenzi delle vittime: la mafia puntò sulle elezioni comunali. Il boss trovato disse: «Meglio Arena»
Per pochissimo non è diventata il primo sindaco donna della città dei Papi. Oggi «veder accostati nomi di figure di spicco dell'amministrazione comunale a fatti di mafia, senza che vi fosse stata una denuncia preventiva da parte delle stesse dice Frontini - è decisamente un brutto colpo alle istituzioni». Uno è l'assessore Claudio Ubertini, vittima della banda di Giuseppe Trovato e Ismail Rebeshi, ma definito poco collaborativo dagli inquirenti.
L'altro è proprio Arena, che secondo i criminali «è comunque meglio di Ubertini, anche se sono entrambi traditori». Una frase intercettata, come fa notare il giudice, in concomitanza con le elezioni amministrative. E qui si ricollega la capogruppo di Viterbo 2020. «Dalle intercettazioni pubblicate continua - emergono delle ombre che gli interessati devono sgombrare senza tentennamenti o indugi, il silenzio sarebbe semplicemente inaccettabile: non è un tema da prendere alla leggera, né da strumentalizzare in nessun senso».
Quindi entra nel cuore del ragionamento politico connesso alle amministrative del 2018. «Emergono dei presunti rapporti esistenti spiega Frontini - e il pensiero che alla vittoria di questa coalizione alle elezioni comunali possano aver contribuito anche voti mafiosi va immediatamente fugato dai diretti interessati». Tra i candidati di Forza Italia c'era anche Antonio Loria, il basista della rapina alla gioielleria Bracci del marzo 2018, il cui mandante era proprio Trovato. Dopo quelle di Massimo Erbetti (M5S) e Giacomo Barelli (Forza civica), anche dalla capogruppo di Viterbo 2020 ad Arena arriva una richiesta chiara e semplice.
«Ci aspettiamo una dichiarazione netta ed inequivocabile da parte del sindaco commenta ancora - che chiarisca di non aver mai avuto rapporti, né chiesto in alcun modo sostegno elettorale ai condannati». Questo perché «le istituzioni conclude Frontini - devono dimostrare di avere gli anticorpi contro la mafia».
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