Il boss voleva lasciare il carcere e tentare la fecondazione assistita

La Corte di Cassazione
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Mercoledì 12 Agosto 2020, 09:36
Il boss della mafia in carrozzina resterà al 41 bis. La Cassazione, dopo due sentenze, ha confermato che Vincenzo Salvatore Santapaola potrà essere curato restando ristretto a Mammagialla dove da anni è stata adibita una cella per disabili. Vincenzo Salvatore Santapaola, detto Enzuccio o Enzu u nicu, figlio primogenito di Nitto, l'ottantenne padrino di Catania, è stato condannato in via definitiva a una pena di 18 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso, inflittagli dalla Corte di Appello di Catania il 28 settembre 2016 con fine pena il 17 settembre 2029. Enzu u nicu è stato condannato per la prima volta nel processo Iblis con il riconoscimento del ruolo di capo. Secondo giudici e accusa, dal 2005 ha preso in mano le redini della famiglia, mantenendo però un profilo basso. Il boss dal 2005 vive in carrozzina. Un grave incidente stradale lo ha lasciato con patologie croniche. Non a caso il Tribunale che lo condannò in via definitiva dispose anche che fosse sottoposto a cicli annui di riabilitazione motoria. Una scelta motivata dal fatto che le condizioni generali di Santapaola non erano tali da mettere a repentaglio la vita e avrebbe potuto ricevere in regime detentivo i necessari trattamenti sanitari. A questa ordinanza ha presentato ricorso il difensore chiedendo un differimento della pena per ricevere cure adeguate in libertà, rinviando a data da destinarsi la detenzione in carcere. Secondo l'avvocato, il carcere di Mammagialla non sarebbe stata adeguata per offrire cuore ottimali all'assistito. Il Tribunale di Sorveglianza nel 2019 rigetta l'istanza. La difesa ricorre in Cassazione e i giudici togati annullano con un nuovo rinvio chiedendo alla Sorveglianza di riesaminare nuovamente il caso. Ma niente cambia. Il legale di fiducia di Santapaola torna quindi difronte alla Cassazione per l'ultima volta chiedono cure in libertà per il suo assistito affetto da diverse patologie croniche e la possibilità di prelevare sperma per la fecondazione assistita. I Supremi giudici il 17 luglio scorso hanno messo la parola fine sulla vicenda, affermando che il ricorso è inammissibile. Santapaola dovrà continuare la detenzione in carcere dove riceverà le cure stabilite. Per quanto riguarda la «fecondazione assistita - si legge nella sentenza della Cassazione - si pone in termini del tutto eccentrici rispetto al tema, non afferendo al piano della grave infermità fisica rilevante ai fini del differimento dell'esecuzione della pena».
 
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