Iachini agli allenatori della Tuscia al Premio Etrusco: «C'è sempre da imparare e con i giovani ci vuole coraggio»

Iachini agli allenatori della Tuscia al Premio Etrusco: «C'è sempre da imparare e con i giovani ci vuole coraggio»
di Marco Gobattoni
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Mercoledì 31 Ottobre 2018, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 16:22
Parla a braccio come se fosse in panchina per un’ora di fila, stavolta senza l’immancabile cappellino che lo contraddistingue ma anche senza giacca: quella se la toglie appena inizia a parlare “sono un uomo di campo ma preferisco la tuta al completo, anche se l’ultimo anno al Sassuolo l’ho dovuto indossare”.

Giuseppe Iachini, 54 anni, di cui 36 passati sui campi di calcio, prima come giocatore di Fiorentina, Verona, Ascoli e Palermo e poi come tecnico di Udinese, Chievo, Sampdoria e nello scorso anno Sassuolo, è stato l’ospite d’onore della trentaseiesima edizione del Premio Etrusco. Premio che ogni anno celebra, attraverso la consegna di una statuetta etrusca in bronzo, quegli allenatori della Tuscia che hanno conquistato la vittoria nei rispettivi campionati.

Iachini si può etichettare tranquillamente come uomo di calcio: tante avventure importanti in A e B con le perle delle promozioni alla guida di Chievo e Sampdoria e con la splendida rimonta vissuta la passata stagione al timone del Sassuolo che prese penultimo in classifica e lasciò all’undicesimo posto. “Prima si giocava ad uomo e come centrocampista ai miei tempi ho marcato gente come Platini e Maratona – ha attaccato a braccio l’ex mediano della Fiorentina – oggi attraverso i video puoi far vedere ad un tuo giocatore le caratteristiche dell’avversario, ma ai miei tempi di dovevi svegliare da solo. Oggi c’è la zona ma non bisogna dimenticare il passato: alla fine la differenza la fanno i calciatori forti, ma anche a 35 anni si possono imparare nozioni tattiche nuove”.

Nella sua carriera in panchina, Iachini ha due pezzi da novanta come Mauro Icardi, attaccante dell’Inter, e Paulo Dybala, stella della Juventus. “Icardi lo notai durante una partita settimanale con le giovanili: al mio direttore sportivo chiesi chi era: mi disse uno “scemotto”, ma dal giorno dopo l’ho voluto in prima squadra. Dybala? Zamparini mi disse che mi avrebbe cacciato se lo avessi fatto giocare come centravanti: alla fine dell’anno fece 15 gol e lo vendette incassando 40 milioni”. La chiosa è per i giovani. “Bisogna avere più coraggio e mandarli in campo: ne abbiamo di bravi, ma cambiando mentalità potremmo averne molti di più”.

La serata si è conclusa con la consegna dell’Etrusco: premi alla carriera per Bruno Fiata e Tiziano Erminio, mentre tra i vincenti della passata stagione hanno ricevuto la statuetta Gianni Boccia, Maurizio Forti, Daniele Goletti, Paolo Livi, Andrea Colonnelli, Luca Vaccarelli e Mauro Raspoli.
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