Rifiuti tossici interrati a Graffignano, il Governo vuol bonificare il sito coi fondi del Pnrr

Il Pascolaro a Graffignano
di Renato Vigna
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Domenica 28 Novembre 2021, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 14:36

Il sito di Graffignano tra quelli da bonificare con le risorse del Pnrr. Con decreto approvato dal ministero per la Transizione ecologica il 22 novembre, i circa 150 ettari su cui si estende l’area nel comune di Graffignano sono tra quelli che il Governo ha inserito nell’elenco dei “siti orfani da riqualificare” grazie ai fondi pari a 500 milioni di euro per l’intero territorio italiano previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Fondi che si aggiungono alle risorse nazionali (105.589.294 euro) stanziate a fine dicembre 2020. A darne notizia è il comitato cittadino “Valle del Tevere – Emergenza rifiuti tossici” che da anni si batte per mantenere accesi i riflettori sull’area del Viterbese.

Del resto, la caratterizzazione finanziata dalla Regione Lazio con 585mila euro, a seguito del pressing del consigliere Pd, Enrico Panunzi, ha dimostrato che lì sotto si trovano elementi chimici che non dovrebbero esserci, quali idrocarburi, stagno, mercurio, berillio, zinco, piombo, nickel. “Circa 10 anni fa il sito – scrive la Regione - è stato interessato da un'indagine della magistratura in quanto oggetto di un traffico illecito di rifiuti con relativo interramento degli stessi". Il processo penale a carico della ditta dei fratelli Nocchi si è chiuso con la prescrizione del reato. Nonostante le allarmanti analisi dell'Arpa che già nel 2007 rivelarono la presenza di metalli pesanti, Pcb (policlorobifenili) e idrocarburi, su quei campi si è continuato a coltivare.

La caratterizzazione è stata effettuata dalla ditta Ecorecuperi srl con sede a Caltanissetta e si è conclusa a dicembre 2020 . Le analisi hanno rinvenuto in diverse aree “livelli limoso-sabbiosi di colore nerastro maleodoranti, laterizi e frammenti di plastica”. In alcune delle 10 trincee esplorative ritrovati materiali inerti quali ferro, plastica e carta.

Le analisi chimiche dei terreni, nella prima fase della caratterizzazione in 26 dei 44 campioni dei sondaggi e 17 dei 22 campioni delle trincee mostrano il superamento per almeno un parametro. Altri sforamenti sono stati registrati nella seconda fase: berillio, stagno, vanadio, mercurio, rame, zinco, cromo, nichel, idrocarburi leggeri e pesanti. Per le acque, sono stati riscontrati sforamenti soprattutto di manganese, nitriti e solfati e meno significativi di nichel.

Le conclusioni? “Nella relazione finale è stata confermata la contaminazione della matrice suolo e sottosuolo e quella delle acque sotterranee”. La conferenza dei servizi di maggio convocata dal Comune di Graffignano  si è conclusa con l’approvazione dei risultati delle analisi e con la prescrizione, su sollecito di Arpa Lazio e Provincia, che “il piano di caratterizzazione debba essere integrato al fine di confinare, nel minor tempo possibile, l’estensione e la profondità della potenziale contaminazione e il volume di suolo, sottosuolo e acque sotterranee potenzialmente contaminate”.

Esultano dal comitato: “C’è ancora chi continua a insinuare, come ha fatto per anni, che non c’è certezza dell’inquinamento e della gravità della contaminazione. Ma ora lo Stato inserisce il Pascolaro tra i siti considerati prioritari per la bonifica con i soldi dell’Europa e del Pnrr. È  il terzo sito più grande in quanto a superficie tra i 269 individuati in tutta Italia ma per alcuni dei nostri amministratori in tutti questi anni e per tanti concittadini – commentano amari - non è mai stata un’emergenza per la nostra salute ma solo una rogna con cui convivere, da ignorare possibilmente o all’estremo negare”. Ora sarà più difficile mettere la testa sotto la sabbia.

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