Rifiuti interrati: 13 milioni di euro per la bonifica. Sopralluogo di Panunzi e Valeriani a Graffignano

Panunzi e Valeriani a Graffignano
di Federica Lupino
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 22 Dicembre 2021, 06:20

“La bonifica del Pascolaro è molto costosa perché si tratta di un’area estesa per 149 ettari, la più grande del Lazio e tra le prime in Italia. Per questo, la Regione Lazio si è preoccupata di inserire il finanziamento per effettuarla all’interno del Pnrr. Si tratta del prosieguo dell’impegno che già 3 anni fa si è concretizzato con la caratterizzazione del sito”.

Enrico Panunzi, consigliere regionale del Partito democratico, commenta la visita al Comune di Graffignano avvenuta lunedì, insieme all’assessore alle Politiche abitative, urbanistica, ciclo dei rifiuti e impianti di trattamento, smaltimento e recupero Massimiliano Valeriani, per illustrare al sindaco Piero Rossi i prossimi passaggi.

“Appena avremo la risposta da parte del ministero per la Transizione ecologica, che contiamo essere positiva, torneremo a Graffignano con Valeriani per definire i dettagli. Stupisce  – continua Panunzi – come per anni la vicenda sia passata in sordina”. La caratterizzazione era stata finanziata dalla Regione Lazio con 585mila euro, mentre dal Piano Nazionale di ripresa e resilienza dovrebbero arrivare 13 milioni di euro.

Nel sito sarebbero stati interrati rifiuti speciali, oggetto di un’inchiesta della magistratura conclusasi 10 anni fa con la prescrizione del reato.

Nella relazione finale della caratterizzazione “è stata confermata la contaminazione della matrice suolo e sottosuolo e quella delle acque sotterranee”. Arpa Lazio e Provincia hanno però stabilito che “il piano di caratterizzazione debba essere integrato al fine di confinare, nel minor tempo possibile, l’estensione e la profondità della potenziale contaminazione e il volume di suolo, sottosuolo e acque sotterranee potenzialmente contaminate”. Il sindaco Rossi specifica: “La Regione e il consigliere Panunzi confermano la vicinanza alla nostra comunità. Quello che manca perché l’iter vada avanti è l’analisi di rischio. Finora è stato sì stabilito che le analisi sono sballate, ma nessuno ha certificato che il sito è inquinato".

© RIPRODUZIONE RISERVATA