Ascenzi lo aveva detto da subito, al momento della vittoria del bando, che il vero nome della sua creatura era “Gloria in excelsis deo”. E lo ribadisce anche durante l’assemblaggio a San Sisto. «L’ho voluta chiamare così – dice – perché durante la progettazione ascoltavo molto questa opera di Vivaldi». Dalla musica alla Macchina, sempre di opera d’arte si tratta. Anche dopo due secoli abbondanti.
E però c’è una “Gloria” anche per Fiorillo. Questa invece è made in Dublin: è opera del quartetto irlandese guidato da Bono Vox. Più che a settembre appartiene a “October”, classe 1981, l’album in cui è inserita. «L’ascolto prima di mettermi a lavorare sull’assemblaggio della Macchina – spiega Fiorillo – perché mi carica. E l'ho fatto anche stamattina». E comunque se quella di Vivaldi era “in excelsis deo”, anche in questa degli U2 c’è traccia di latino: «Gloria in te domine, exultate». A modo suo, sempre mistica. E ispiratrice.
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