Quella che si preannuncia è però una lunga battaglia legale. I rappresentanti di Larus-Maco, infatti, hanno subito richiesto un incontro con Celestini, opponendosi alla decisione del Comune di allontanarla a causa degli inadempimenti contrattuali. Ed è così che in queste ore è attesa la controproposta: una mossa per evitare la rottura definitiva e guadagnare altro tempo. Inoltre, pretendono che alcuni lavori effettuati vengano scalati dal debito. Ma Arena avverte: «Si tratta di interventi non autorizzati dal Comune. In ogni caso, stavolta non ci accontenteremo di generici impegni. Abbiamo già concesso diverse dilazioni. Ora vogliamo i fatti».
Tradotto: la società paghi o è fuori. Del resto, i numeri sono impietosi: «Ormai il debito nei nostri confronti sfiora i 190mila euro», ammette il sindaco. La struttura, di proprietà comunale, è stata affidata all'Ati Larus-Maco con gara aggiudicata a luglio per 10 anni, in cambio di un canone annuo di 65mila euro. Le prime avvisaglie dei problemi economici sono emerse la scorsa primavera quando è trapelata la notizia di ritardi nei pagamenti degli stipendi. Da allora, molti dipendenti e collaboratori hanno intentato causa, cambiando anche lavoro. Chi è rimasto ancora attende il saldo di svariate mensilità, fino a un massimo di sei. Poi, dal 3 al 17 gennaio lo stop per effettuare i lavori necessari all'ottenimento del certificato antincendio e la chiusura dei rubinetti da parte di Talete a causa di bollette non pagate.
Sia il Comune sia la società idrica hanno quindi concesso una dilazione del debito per consentire il riavvio delle attività. «Ma ormai la misura è colma: abbiamo chiesto pure la riscossione della fideiussione», annuncia Arena.
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