Gestione piscina comunale, il sindaco dice basta: «Rescindiamo il contratto»

Gestione piscina comunale, il sindaco dice basta: «Rescindiamo il contratto»
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Mercoledì 6 Marzo 2019, 10:49 - Ultimo aggiornamento: 18:49
Se la giunta a Palazzo dei Priori balla, la piscina comunale rischia di affogare. Il sindaco Giovanni Arena, stanco dei continui impegni non mantenuti da parte dei vertici dell'Ati che gestisce la più grande struttura sportiva del capoluogo, ha dato mandato al dirigente Luigi Celestini e agli avvocati di avviare le procedure per la rescissione del contratto. La notifica è giunta sulle scrivanie dei soci gestori a fine febbraio.

Quella che si preannuncia è però una lunga battaglia legale. I rappresentanti di Larus-Maco, infatti, hanno subito richiesto un incontro con Celestini, opponendosi alla decisione del Comune di allontanarla a causa degli inadempimenti contrattuali. Ed è così che in queste ore è attesa la controproposta: una mossa per evitare la rottura definitiva e guadagnare altro tempo. Inoltre, pretendono che alcuni lavori effettuati vengano scalati dal debito. Ma Arena avverte: «Si tratta di interventi non autorizzati dal Comune. In ogni caso, stavolta non ci accontenteremo di generici impegni. Abbiamo già concesso diverse dilazioni. Ora vogliamo i fatti».

Tradotto: la società paghi o è fuori. Del resto, i numeri sono impietosi: «Ormai il debito nei nostri confronti sfiora i 190mila euro», ammette il sindaco. La struttura, di proprietà comunale, è stata affidata all'Ati Larus-Maco con gara aggiudicata a luglio per 10 anni, in cambio di un canone annuo di 65mila euro. Le prime avvisaglie dei problemi economici sono emerse la scorsa primavera quando è trapelata la notizia di ritardi nei pagamenti degli stipendi. Da allora, molti dipendenti e collaboratori hanno intentato causa, cambiando anche lavoro. Chi è rimasto ancora attende il saldo di svariate mensilità, fino a un massimo di sei. Poi, dal 3 al 17 gennaio lo stop per effettuare i lavori necessari all'ottenimento del certificato antincendio e la chiusura dei rubinetti da parte di Talete a causa di bollette non pagate.

Sia il Comune sia la società idrica hanno quindi concesso una dilazione del debito per consentire il riavvio delle attività. «Ma ormai la misura è colma: abbiamo chiesto pure la riscossione della fideiussione», annuncia Arena.
 
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