La fuga in Albania non è servita per evitare il carcere. Emanuele Gorini, quarantenne viterbese, è stato arrestato lunedì scorso mentre scendeva da un aereo proveniente da Tirana. Gli agenti della Squadra Mobile lo aspettavano sulla pista di atterraggio dell’aeroporto di Bologna.
Sul quarantenne, notto alle forze dell’ordine per i numerosi precedenti, pendevano due provvedimenti, una condanna per cumulo pena da parte della Procura generale della Corte d’Appello e una misura cautelare in carcere da parte del giudice per le indagini preliminari di Viterbo. Emanuele Gorini era stato arrestato il 10 agosto scorso insieme a un amico di origine albanese, dopo essere stato trovato con mezzo kg di cocaina. Droga che gli era costata l’ennesima misura cautelare ai domiciliari. Poche settimane dopo l’arresto su Gorini si è abbattuta un’altra pesante tegola.
La Corte d’Appello ha reso definitiva la condanna per tentato omicidio. Dieci anni fa, era il 23 marzo del 2013, il quarantenne insieme all’amico Aldo Xavier Garai Ramos ridussero in fin di vita un giovane spaccandogli la testa a bottigliate al Pilastro, davanti al bar del quartiere.
Aveva scelto un aeroporto defilato per non attirare l’attenzione. Ma l’aggravamento della misura e l’evasione hanno pesato al momento dell’imbarco. E così dopo essere atterrato allo scalo del capoluogo felsineo, ha trovato ad attenderlo la Squadra Mobile di Viterbo. Emanuele Gorini è stato accompagnato dai poliziotti nel carcere di Bologna, dove sconterà 8 anni di carcere per cumulo di pene: il tentato omicidio del Pilastro e altri piccoli spacci messi in atto dal 2009 al 2017.