Fotovoltaico, nella Tuscia pronto un piano da 30 nuovi impianti. «Aiuterà ambiente e occupazione»

Fotovoltaico, nella Tuscia pronto un piano da 30 nuovi impianti. «Aiuterà ambiente e occupazione»
di Luca Telli
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Martedì 30 Marzo 2021, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 16:07

Un miliardo di euro. È la cifra che la GIS – Gruppo impianti solari è pronta a investire per la realizzazione di trenta impianti fotovoltaici di media e grande dimensione nella provincia di Viterbo.

Un progetto che andrebbe a interessare lo 0,4% del territorio insistendo maggiormente nelle aree adiacenti i punti di connessione con i due snodi elettrici nazionali viterbesi. Un prerequisito quest’ultimo, al pari di clima, temperatura, irraggiamento, necessario per il corretto funzionamento dei pannelli limitando le dispersioni di elettricità fisiologiche nel trasporto da lunga distanza.

«Si tratta di un piano a medio termine, alcuni progetti sono già stati avanzati in Regione altri da presentare, con un risvolto occupazionale importante – spiega l’avvocato Giovanni Sicari, rappresentante legale del gruppo  - I tempi di realizzazione di un impianto vanno da 6 mesi a un anno e mezzo, per ognuno vengono impiegate tra le 450 e le 500 persone. L’aspetto migliore però sono i benefici per l’ambiente e la salute».

Nella provincia di Viterbo l’inquinamento causa oltre 330 morti all’anno. Numeri sui quali pesa, dati alla mano, anche l’utilizzo di tecnologie anacronistiche per la produzione energetica.

Il bilancio emissivo pari a zero delle fonti rinnovabili determina, di contro, un abbattimento della quantità di polveri sottili nell’ambiente. Prova è in un recente rapporto dell’ISPRA che sintetizza come l’utilizzo di fonti rinnovabili abbia comportato dal 1990 al 2017 di 79,2 TWh una diminuzione delle emissioni atmosferiche di anidride carbonica di 33,2 Mt.

«Non solo diminuzione C02 – continua Sicari  -.

Anche biossido di azoto. Senza contare poi che ogni impianto viene costruito con materiale riciclabile per il quale, nel momento della dismissione, vige l’obbligo dello smantellamento e del ripristino dell’area status quo ante».

Le perplessità sulla crescita degli impianti fotovoltaico hanno caratterizzato gli ultimi anni della Tuscia. La sentenza più pesanta è stata la bocciatura da parte del Consiglio dei Ministri, lo scorso 24 giugno, alla realizzazione di due impianti fotovoltaici a terra: il primo in località Pian di Vico nel Comune di Tuscania e il secondo in località Campomoro e Canino nel Comune di Montalto di Castro in accoglimento al ricorso presentato da MiBact e associazioni ambientaliste.

Nodi centrali della protesta, lo sfruttamento del suolo e l’impatto su aree di interesse storico archeologico.

«Gli impianti fotovoltaici aiutano l’ambiente, ma impattano obiettivamente sul territorio, perché lo modificano anche se solo per un periodo di tempo limitato – spiega Raffaello Giacchetti, Ceo di Cfr srl -   – Per questo selezioniamo terreni non coltivati e depressi dopo aver ascoltato tutti i soggetti coinvolti. Ci sottoponiamo volontariamente alla VIA e i lavori vengono eseguiti con la presenza degli archeologi e sotto vigilanza pubblico. Non può accadere che si costruiscano impianti danneggiando il nostro patrimonio artistico»

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