«Fotovoltaico a Bagnoregio, attenzione agli effetti sull'habitat dei Calanchi»

«Fotovoltaico a Bagnoregio, attenzione agli effetti sull'habitat dei Calanchi»
di Simone Lupino
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Domenica 25 Settembre 2022, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 00:26

Fotovoltaico, attenzione a non impattare sui Calanchi, e non solo, aree destinate secondo la normativa europea alla tutela di una serie di habitat, specie animali e vegetali. Per l’autorizzazione a costruire un impianto fotovoltaico nei territori comunali di Bagnoregio (località Falaschino), Celleno (Coste Lombarde) e Viterbo (Campo Salmo) bisogna tenere conto anche di eventuali effetti sulla Zps “Monti Vulsini” e sulla Zsc/Zps “Calanchi Civita di Bagnoregio”, posto che uno dei tre sottocampi in cui è suddivisa la centrale dista in linea d’aria circa 2,2 chilometri dalla prima area protetta e 5,2 chilometri dalla seconda.

Riparte in pratica da zero presso il Mite la procedura di Valutazione di impatto ambientale sul progetto presentato nei mesi scorsi dalla società Alter Uno, che prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico (potenza 40,93 MWp) con una estensione di 54 ettari circa. Per la precisione, si parla di agrovoltaico, con pannelli elevati da terra. Il 5 luglio la commissione tecnica Pnrr-Pniec ha chiesto una serie di integrazioni alla proponente, tra le quali quella di redigere la Valutazione di incidenza ambientale, un documento specifico quando in ballo, anche indirettamente, ci sono siti della Rete Natura 2000 come il lago di Bolsena e i Calanchi. Il 12 settembre la società ha fornito il nuovo materiale.

“La fase di valutazione – si legge nella relazione commissionata da Alter Uno - ha evidenziato l’assenza di impatti diretti o indiretti su habitat prioritari, in quanto non presenti nell’area di studio, nonché l’assenza di incidenze negative significative sulla flora e fauna all’interno e all’esterno dei siti rn2k. Tuttavia, seguendo il principio della precauzione, vengono prescritte misure di mitigazione ed opere di compensazione atte mantenere la connettività ambientale delle aree circostanti e ad integrare al meglio l’impianto fotovoltaico all’interno dell’ecosistema naturale sul quale si inserisce”.

Tutta le integrazioni sono state pubblicate il 14 settembre.

Per le osservazioni c’è tempo fino al 7 ottobre. E’ quello che farà l’associazione ecologista Grig (Gruppo di intervento giuridico), che dice: “Nella Tuscia siamo di fronte a ben 51 progetti di campi fotovoltaici presentati, in parte approvati e solo in minima parte respinti in pochi anni, complessivamente oltre 2.100 ettari di terreni agricoli e boschi”. “La realizzazione di questi progetti snaturerebbe radicalmente alcuni dei più pregiati paesaggi agrari della Tuscia con pesanti impatti sull’ambiente e sui contesti economico-sociali locali. Gli impianti produttivi di energia da fonte rinnovabile andrebbero ubicati in aree già degradate, in zone industriali, nonché con l’utilizzo dei tetti e coperture di edifici già esistenti”.

Sempre su Bagnoregio, si avvia a conclusione presso la Regione il procedimento di Via per un altro impianto fotovoltaico: 72 ettari, potenza 54Mwp. A questo proposito, il 9 settembre la Provincia ha pubblicato l’avviso per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio per la posa del cavidotto e per le aree destinate alle opere di connessione alla rete nazionale. Interessati gli immobili di circa 140 proprietari tra Bagnoregio, Celleno e Viterbo. Mentre ha ottenuto già il via libera, come noto, l’installazione di due pale eoliche: una in località Campo Pantano e una in località Podere Rosignolo.

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