"La prima volta che l'ho visto? Era ancora un bambino. Lui e il fratello Fabio veniva qui sin da piccoli insieme alla famiglia. Si può dire che l'ho visto crescere". I Frizzi da decenni avevano scelto la Tuscia, per la precisione Bassano Romano, come buen retiro in cui rifugiarsi dal caos della Capitale. E quel ristorante nel cuore di Sutri era il preferito dal padre del conduttore: stesso tavolo per tanti anni, un appuntamento fisso quello con la cucina del Viterbese. "Quando io ero ancora un ragazzino e mio papà gestiva il locale – ricorda Casini – ho in mente questa famiglia di clienti ormai fissi. E quello che mi ha più stupito nel tempo è che Fabrizio non è cambiato di una virgola: sia prima sia dopo aver raggiunto il successo e la notorietà, è rimasto sempre lui: affabile e cordiale".
Com'era a riflettori spenti? "Esattamente come lo descrivono tutti quelli che hanno avuto il piacere di incontralo: una persona splendida, aperta e simpatica, con quel sorriso spontaneo che non lo abbandonava mai. Ricordo – continua il titolare della Sfera d'oro – che era sempre estremamente gentile e non solo con me: usava gli stessi modi con il cameriere, con la cuoca, con chiunque parlasse. Mai scontroso, quando qualcuno dei clienti nei tavoli vicini lo vedeva e chiedeva di fare una foto o avere un autografo, lui si prestava volentieri, mai scocciato".
Dopo la morte del padre, Frizzi ha continuato a frequentare il locale sia col fratello sia con la famiglia. "Veniva regolarmente, più spesso d'estate e a cavallo della festa dei morti, visto che la tomba di famiglia è a Bassano. L'ultima volta che l'ho visto era con Fabio poco prima che avesse l'ischemia", aggiunge. Il suo ricordo più bello è legato alla figlia. "La prima volta che è venuto qui con la piccola Stella, sedendosi le ha detto che quello era il tavolo dove pranzava sempre col nonno. Era emozionato nel mostrarglielo. E anche io – conclude – quando ci penso lo sono ancora".
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