Ex guardia giurata urla alla moglie «Io ti levo dal mondo», assolto

Tribunale
di Maria Letizia Riganelli
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Mercoledì 14 Dicembre 2022, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 15:29

Ex guardia giurata urla alla moglie «Io ti levo dal mondo» e minaccia di compiere un omicidio - suicidio. Assolto dalle accuse di maltrattamenti, minacce e violenza sessuale. L’uomo, difeso dall’avvocato Giovanni Labate, è finito a processo davanti al collegio del Tribunale di Viterbo dopo violenti lite avute con la moglie nel 2017.

La donna, che nel frattempo ha ottenuto il divorzio, si era costituita parte civile con l’avvocato Luigi Mancini. La donna durante la testimonianza raccontò dei violenti litigi che avvenivano davanti ai loro figli per i continui tradimenti dell’imputato. Raccontò anche che il giorno in cui decise di mettere fine al loro matrimonio l’uomo la portò in camera da letto. Mi diceva che se lo lasciavo si sarebbe sparato. Mi faceva sentire in colpa. Quel giorno mi ha chiuso con lui nella camera da letto e diceva che se lo lasciavo di sarebbe sparato in bocca e che mi avrebbe ammazzato. Ho tentato di calmarlo e lui per tutta risposta ha preteso un rapporto sessuale».

Ieri mattina prima della sentenza l’imputato si è sottoposto all’interrogatorio raccontando un’altra versione dei fatti. «Sì l’ho tradita e noi litigavamo sempre per la gelosia che lei aveva nei miei confronti.

Non sempre motiva. Ma non ho mai utilizzato l’arma di servizio per minacciarla. Era sempre chiusa in una cassaforte e tenevo solo io le chiavi. Quello che le ho detto (“io ti levo dal mondo) è stato dettato dalla concitazione del momento. Non volevo che la nostra famiglia si sfasciasse. Ero intenzionato a rimediare. Anche il giorno in cui lei dice che io l’ho strattonata ai giardini pubblici in realtà la presi solo per mano per portarla a discutere lontano dalle persone. Ma lei urlava e tutti hanno sentito. E di certo l’ultimo rapporto sessuale che abbiamo avuto era consenziente».

L’uomo ,dopo la denuncia dell’ex moglie, ha perso il porto d’armi e gli è stata sequestrata la pistola. «Al lavoro - ha detto ancora - sono stato messo al portierato e all’accoglienza e il mio stipendio è notevolmente diminuito». Il collegio del Tribunale di Viterbo dopo aver ascoltato le sue parole lo ha assolto per tutte le accuse perché “il fatto non sussiste“. La Procura, pubblico ministero Paola Conti, aveva chiesto l’assoluzione per l’accusa di violenza sessuale un anno (con pensa sospesa) per le minacce e i maltrattamenti in famiglia.

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