La notifica è arrivata ieri mattina: De Carolis ha chiesto alle associazioni di «protocollare a stretto giro di posta la loro proposta con tutti i dettagli per calendarizzarla: programma, budget e data». In coda, le mail istituzionali per l’invio. Secondo l’esponente di Viterbo 2020 «una gestione che non si può neanche definire casalinga. Se non c’è neanche una manifestazione di interesse – dice – è una roba intollerabile. Se il Comune si muove così rimango sconcertato».
Un iter ad excludendum, per Antoniozzi. «Se c’è qualcuno che vuole organizzare da un Comune limitrofo non può farlo? Come al solito si faranno figli e figliastri. Questa roba è stata mandata a tutti? Poi su che basi si sceglie? Costano troppo? Non piace il progetto? E perché non piace? Un modo di procedere che fa orrore già in condizioni normali, figurarsi in una situazione di emergenza in cui tutto il settore ha bisogno di lavorare».
Ma non è solo questo. In commissione l’ultima volta era stato detto che l’assessorato non ha soldi. «Per questo ho chiesto e ancora attendo una rendicontazione dettagliata prima del consiglio di giovedì, in modo da capire con quale budget l’assessore può muoversi. Invece seriamente dice fammi un progettino e dimmi tu il costo? Ricordiamo ai distratti che funziona così: decidi di organizzare, stabilisci il budget, fai un bando o una manifestazione di interesse e poi ti muovi».
Antoniozzi aveva fatto una proposta: in base alle somme disponibili a valere su cultura e turismo, destinare tutto in parti uguali alle associazioni. «Se ne doveva parlare giovedì – conclude - ma ormai credo che ci faremo gli aeroplanini. La visione di De Carolis qual è, riempire date? Va bene, è però un lavoro da impresario, non da assessore alla cultura. Ha sbagliato mestiere. E soprattutto ha bisogno di un corso accelerato sulle procedure ad evidenza pubblica, perché questa roba secondo me è uno scandalo».
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