«Scopo dell’esercitazione è pianificare, organizzare e condurre un’esercitazione complessa che includa attività addestrative mirate a mantenere e implementare le capacità operative, nonché garantire l’impiegabillità e l’interoparabilità di assetti aeromobili di livello Task group, al fine di amalgamare il personale delle differenti unità e sviluppare in condotta la capacità di gestire situazioni di crisi», spiegano dall'Aves.
Ente pilota di questa esercitazione è il comando Aviazione dell’Esercito, sotto la guida del generale di brigata Paolo Riccò. Numerosi i reparti coinvolti nell'esercitazione, oltre al centro addestrativo Aves a Viterbo. In campo il comando sostegno Aves, quello della brigata Aeromobile “Friuli”, il policlinico militare “Celio”, il centro militare Veterinario, i reggimento Aves “Antares”, “Sirio”, “Aldebaran” (operazioni speciali), “Altair”, “Rigel”, “Vega”, “Scorpione” (di sostegno). Oltre al 66° reggimento Fanteria aeromobile “Trieste”, al 186° Paracadutisti “Folgore”, il 41° “Cordenons” e l'11° trasmissioni e teparto eliassalto della Marina Militare.
Due settimane di intenso addestramento; la prima per il raggiungimento del livello di integrazione dei vari elementi; la seconda, di vero e proprio addestramento warfighting, dove gli assetti impegnati dovranno effettuare una complessa operazione aeromobile. L’area addestrativa interessa Lazio e Sardegna. Le basi impiegate sono l’Aeroporto “Fabbri” a Viterbo e l’aeroporto militare di Decimomannu a Cagliari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA