Edilizia, superbonus rimodulato e stop al bonus facciate spaventano le imprese

Edilizia, superbonus rimodulato e stop al bonus facciate spaventano le imprese
di Luca Telli
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Sabato 23 Ottobre 2021, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 14:36

La stretta su bonus facciate e 110% decisa dal governo martedì con l’approvazione del documento programmatico di bilancio  spaventa in parte le aziende viterbesi: secondo Andrea Belli, presidente di ANCE (associazione nazionale costruttori edili), il settore continuerà la sua corsa «sebbene con una spinta inferiore e il calo di appeal che gli incentivi hanno generato nell’ultimo anno».

Ogni considerazione è comunque rimandata ai prossimi giorni quando sarà messo nero su bianco il testo definitivo della manovra per il quale, ad ogni modo, sembrano escluse modifiche rilevanti a quanto annunciato. «L’unico aspetto negativo è la tempistica – spiega Belli -. L’edilizia ha bisogno di tempi di programmazione lunghi e questo potrebbe essere un problema».

Nei progetti del governo due saranno le modifiche sostanziali: la mancata proroga del bonus facciate del 90% oltre il 2021 e l’esclusione delle villette e degli edifici composti da due a quattro unità immobiliari indipendenti (e distintamente accatastate) dalla proroga al superbonus prevista fino al 31 dicembre 2023; proroga all’interno della quale saranno invece compresi i condomini e gli Istituti autonomi case popolari (o equivalenti) secondo un meccanismo di décalage: conferma del bonus al 110% nel 2023, riduzione al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.

«Lo stop del bonus facciata avrà qualche conseguenza sulle abitazioni all’interno dei centri storici – aggiunge Belli -.

Ma questo non significa che i lavori finiranno di colpo». La mancata proroga infatti non impedirà la possibilità di concludere quelli già in corso oltre la fine dell’anno, «a condizione però che il saldo della fattura relativa al 10% residuo da dare all’impresa sia pagato effettivamente entro il termine del 31 dicembre».

La possibilità che si crei un collo di bottiglia, una strozzatura delle richieste nel mercato e uno stop all’accesso al bonus dettato dai rallentamenti che hanno costretto migliaia di imprese e famiglie a rinviare i cantieri, è un’eventualità reale ma davanti alla quale si apre un’altra strada. Saranno infatti prorogate al prossimo anno le due agevolazioni del 50% per il recupero e le ristrutturazioni edilizie semplici e del 65% per gli interventi di efficientamento energetico che non rientrano nel superbonus.

Sulla polemica scatenata intorno alla decisione di escludere dal 110% le villette, la logica del governo è l’equità sociale e la correzione di una stortura del bonus l’accesso al quale è identico per ricchi e meno ricchi superabile secondo la direzione generale di Ance «con l’introduzione di un limite di reddito per l’accesso al superbonus», Belli commenta: «Forse sarebbe stato meglio trovare altre soluzioni, ma per i prossimi anni vedo ancora espansione per il settore edile e la sua lunga filiera».

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